lunedì 30 novembre 2015

I have a dream... WikiradioOggi parla di Martin Luther King

Wikiradio Oggi di martedì 1° dicembre (ore 11:30) parlerà di Martin Luther King. Il famoso pastore protestante, politico e attivista statunitense, nato nel 1929 e ucciso nel 1968 con un colpo di fucile, partecipò alle lotte contro la discriminazione razziale.



Rosa Parks e il boicottaggio dei mezzi pubblici.
Il 1° dicembre del 1955 Rosa Parks, attivista, figura simbolo per i diritti civili, salì su un autobus e prese posto. Tornava dal lavoro, era stanca (faceva la sarta) e dolorante ai piedi. All'epoca i posti a sedere sugli autobus erano divisi "per colore": i neri sedevano in fondo, i bianchi davanti e tra le file c'erano dei "posti comuni". Lì sedette Rosa: l'autobus ben presto si riempì e l'autista le chiese di alzarsi e spostarsi in fondo al mezzo, ma lei rifiutò. L'autista andò a chiamare la polizia e la donna venne arrestata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine che obbligano i neri a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune, quando in quello a loro riservato non ve ne sono più di disponibili. 


L'arresto di Rosa scatenò proteste e Martin Luther King promosse una giornata di boicottaggio dei mezzi pubblici, che iniziò qualche giorno dopo e portò all'abolizione della legge sulla segregazione.



I have a dream...

I have a dream: il discorso in italiano


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Ho visto un re... Speciale Wikiradio su Enzo Jannacci

Questa settimana Speciale Wikiradio  (in onda martedì alle 14:30, giovedì alle 18, venerdì alle 21) si occuperà di Enzo Jannacci.



Jannacci, cantautore, attore e cabarettista, nasce nel 1935 a Milano e muore, sempre a Milano, nel 2013, lasciando un immenso vuoto nel mondo della musica e dello spettacolo. 
Artista completo, diplomato al Conservatorio, apparentemente stralunato, ironico, Jannacci (che era anche medico cardiologo), nella sua carriera (iniziata negli anni Cinquanta e interrotta solo dalla malattia) ha collaborato con artisti del calibro di Giorgio Gaber, Cochi e Renato, Dario Fo e Felice Andreasi

Ha inciso 28 album (due con Gaber) e vinto numerose targhe del Premio Tenco.
Impossibile stabilire quale sia la sua canzone più famosa, se "Vengo anch'io... no, tu no", "Ho visto un re", "L'Armando" o... sceglietela voi!
Ha avuto un unico figlio, Paolo (che gli somiglia tantissimo), anche lui cantante e ottimo musicista. 

Manca molto, Enzo: manca la sua ironia, dissacrante, manca la sua parlata apparentemente incomprensibile. Manca perché è il simbolo di un'Italia che non c'è più.






Dal fonografo al microsolco... cosa ci propone questa settimana?

Eccovi qualche anticipazione di quello che sentirete nella nuova puntata della nostra storica trasmissione, Dal fonografo al microsolco, a cura di Sandro Alba e Massimo Baldino.



Ascolterete, tra l'altro, le voci di Meme Bianchi, Nino D'Aurelio e del figlio Johnny Dorelli: D'Aurelio, una delle voci più popolari degli ultimi anni Trenta, emigrò poi in America, dove il figlio Johnny mosse i primi passi. 



Inoltre, vi proponiamo una rara registrazione dell'attrice e cantante Vivi Gioi assieme all'Orchestra Consiglio... e ancora, un paio di 78 giri del dimenticato Till Cappellaro, affiancato dall'attrice Isa Bellini e dalla brava Italia Vaniglio (moglie di Febo Conti e recentemente scomparsa).


E, in chiusura di trasmissione, "Sai", una canzone portata al successo da Corrado Lojacono e pubblicata dal 1963 dalla casa editrice di Corrado Tedeschi (la NET, Nuova Enigmistica Tascabile, che ogni settimana regalava un disco), qui nella versione della cantante Gloria Rivera.

Dal fonografo al microsolco andrà in onda:
- martedì 1 alle 21
- mercoledì 2 alle 10
- giovedì 3 alle 14:30
- venerdì 4 alle 18



domenica 29 novembre 2015

Rose rosse... per Massimo Ranieri, protagonista dell'intervista di questa settimana



La rubrica "Un secolo fa... Storie e personaggi del Novecento" questa settimana ci propone un'intervista a Giovanni Calone (in arte Massimo Ranieri), attore e cantante napoletano, che festeggerà 50 anni di carriera nel 2016. 
In realtà il suo percorso artistico inizia nel 1964, quando il tredicenne Giovanni sbarca in America al seguito di Sergio Bruni. La svolta arriva però due anni dopo, nel 1966, quando il ragazzo adotta lo pseudonimo Ranieri (in omaggio al Principe di Monaco), a cui più tardi si aggiungerà il nome Massimo.



Ranieri, che da poco ha inciso un nuovo disco ed è in tour, ha venduto oltre 14 milioni di dischi ed è tra gli artisti italiani che hanno venduto di più.
Nella sua carriera, oltre alla musica (campo nel quale ha riscosso moltissimi successi, (tra cui una vittoria al Festival di Sanremo del 1988, con "Perdere l'amore"), ha alternato tv , teatro, cinema e doppiaggio, vincendo numerosi premi.

www.massimoranieri.it

L'intervista a Massimo Ranieri andrà in onda.

- lunedì 30 alle 10
- martedì 1 alle 18
- mercoledì 2 alle 14:30
- sabato 5 alle 21



"Piccole donne" in festa: nel 1832 nasceva Louisa May Alcott

Il 29 novembre del 1832 nasceva Louisa May Alcott, scrittrice statunitense, la "mamma" delle Piccole Donne.
Figlia di un filosofo, seconda di quattro sorelle, la Alcott è stata una femminista, sostenitrice, negli ultimi anni della sua vita (avvenuta nel 1888 a causa di un colpo apoplettico), del suffragio universale, è diventata famosa per la quadrilogia "Piccole Donne", saga che racconta la storia della famiglia March, composta da quattro sorelle: la materna Meg, la ribelle Jo, la timida Beth e la "diva" Amy. Josephine March, detta Jo, scrittrice e anticonformista, che mal tollerava le convenzioni dell'epoca, è l'alter ego della Alcott stessa che, però, al contrario del suo personaggio non si sposò mai. 



Se i primi due romanzi (Piccole donne e Le piccole donne crescono) sono incentrati sulla vita delle quattro sorelle e dei loro matrimoni e figli, (e sulla morte della piccola Beth) il terzo e il quarto (Piccoli uomini e I ragazzi di Jo) si concentrano sulla scuola di Jo e del marito, il professor Fritz Baher che decidono, nella vecchia casa della zia March, di creare un istituto dove educare i bambini, soprattutto quelli poveri.

La saga familiare dei March non è l'unica opera della Alcott, ma i quattro romanzi sono, da generazioni, tra i libri più letti dalle bambine di tutto il mondo e hanno ispirato numerosi film, tra cui uno del 1949 con Elizabeth Taylor.



A qualcuno piace Fred...

Chi mai potrà dirci se Buscaglione sarebbe ugualmente entrato nel mito se quella maledetta mattina del 3 Febbraio 1960 la sorte non avesse deciso che la sua carriera e la sua vita dovevano finire lì, in uno dei tanti incroci di un'ancora assonnata alba romana?

Del resto, forse, potremmo porci la medesima domanda anche per altri personaggi accomunati da una tragica e prematura fine: James Dean, Marylin Monroe, e perché no, anche il nostro Luigi Tenco... Sicuramente grandi artisti, anche nell'uscire di scena, consegnandosi alla nostra memoria "intatti". Non permettendo al fluire della vita, degli anni e magari anche degli inesorabili insuccessi dovuti al mutare delle tendenze e delle mode di corrodere il loro carisma, la loro immagine, il loro essere.
Intatti insomma, nella loro bellezza di artisti.
Immortali, come i loro films, le loro canzoni, la loro personalità.

Ma veniamo al vecchio Fred.
Si dice spesso che la canzone italiana è cambiata alla fine di quel Gennaio 1958, quando un estroverso Domenico Modugno urlò con tutto il suo trascinante entusiasmo di ragazzo del Sud la famosissima "Volare".
Forse, però, senza nulla voler sottrarre al Mimmo nazionale, ciò non è esatto.
La canzone italiana aveva già subito un incontrovertibile spallata che l'aveva fatta sussultare; gliela aveva data Fred, con il suo mondo fatto di Gangster dal volto umano e mogli tradite che consumano la loro vendetta.. Insomma, con tutti quei suoi travolgenti e disincantati racconti, così diversi e inconciliabili con le colombe bianche, i fiori che parlano d'amore e i Viali d'autunno con i quali si era dibattuta sino ad allora la canzone nostrana.

Sui "Cetroni verdi", come li chiamano affettuosamente i collezionisti dei sempre meno fruscianti 78 giri degli ultimi anni '50, o sui primi timidi 45 giri, che recavano ancora scritte sulle impersonali e anonime copertine le"istruzioni per l'uso", il buon vecchio amico Fred, consumato dall'alcol , come molti dei personaggi delle sue canzoni, seduttore sedotto e spesso abbandonato con i suoi baffetti a metà strada tra il Clarke Gable di "Via col vento" e (buffo a dirsi) il Vasco Rossi di "Vita spericolata" ,  urlava al mondo le sue disincantate verità.



Ma veniamo al disco di questa settimana.
E' del 1956 :il secondo inciso con la Cetra.
Prima di questo nel 1955 "Silbando mambo"un brano scritto da Perez Prado e una composizione dello stesso Buscaglione "Dixieland'53" avevano lasciato freddino l'ambiente discografico...e neppure i 4 (sei secondo alcuni) dischi incisi per La Voce del Padrone, precedentemente avevano portato grandi risultati.
Meglio semmai era andata la fortunata "Tchumbala-Bey" (che Buscaglione non cantò mai) scritta insieme a Leo Chiosso e imposta nel 1954, alla Cetra dall'amico Gino Latilla, già molto affermato che l'aveva voluta incidere nell'Aprile di quell'anno con l'orchestra Angelini portandola al successo .  
Dunque quando nel 1956 l'etichetta  torinese con il numero di catalogo DC 6421 pubblicò "Che bambola" Buscaglione era poco più che uno sconosciuto.
Sul retro di quello storico e fortunato disco una canzoncina senza pretese "Giacomino", che noi comunque a puro titolo di curiosità vi vogliamo riproporre.



Ciò che successe da quel momento in poi è storia.
Quanto Fred influenzò la musica, il costume, le mode di quei morenti anni '50 non ha certo bisogno di essere ricordato da queste pagine.
Cosa sarebbe stato se all'alba di quel 3 Febbraio 1960 uno stupido, quanto violento incidente stradale, non avesse deciso di strapparlo alla canzone per consegnarlo al mito è invece cosa più misteriosa e indecifrabile, ma forse se il vecchio Fred, oggi, che tutto sarebbe finito ugualmente, avesse potuto decidere... avrebbe scelto qualcosa di molto simile per uscire di scena.



(Massimo Baldino)


sabato 28 novembre 2015

Se ne va un pezzo di Teatro: scomparso Luca De Filippo, lutto cittadino a Napoli

È scomparso a Roma Luca De Filippo, figlio del grande Eduardo e della soubrette Thea Randi. De Filippo, attore di teatro, cinema e televisione, aveva 67 anni e da pochi giorni era ricoverato per una malattia incurabile. Aveva iniziato a recitare fin da bambino, accanto al padre Eduardo, che lo fece esordire quando aveva solo 7 anni, nel ruolo di Peppeniello in "Miseria e nobiltà", commedia scritta dal nonno, Eduardo Scarpetta.



Ieri, venerdì 27, giorno della morte, tutti i teatri italiani hanno osservato un minuto di silenzio. Il teatro, il luogo in cui la famiglia De Filippo ha passato praticamente tutta la sua vita, ospiterà anche i funerali laici di Luca De Filippo che si terranno lunedì 30 dalle 14 alle 18 all'Argentina di Roma.
Ma non solo Roma, città natale dell'attore, lo omaggia: a Napoli, infatti, il sindaco Luigi De Magistris ha disposto la proclamazione del lutto cittadino lunedì, giorno dei funerali.

La famiglia ha chiesto niente fiori, ma solidarietà alla Fondazione Onlus "Il meglio di te"- IBAN: IT29T0329601601000064225509 causale: "Donazione, progetto prescelto: progetto Nisida''.




Radio Il Discobolo: cosa ascoltare oggi?

Domani inizia la nuova settimana di Radio Il Discobolo e ci saranno tante novità... ma cosa ascoltare oggi?
Tanta, tanta musica: dalle 15:30 con "Lo scrigno della musica", poi la Hit Parade, un po' di canzoni ballabili ("Ballate con noi") e il Juke Box. Quindi i divi della tv d'altri tempi in "Varietà Varietà" (alle 18) e, alle 21, l'ultima replica dell'intervista a Sergio Endrigo (ne parliamo qui). 



Insomma, tanti appuntamenti interessanti... se avete troppo freddo per uscire, in questa uggiosa giornata quasi invernale, rimanete con noi!



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venerdì 27 novembre 2015

Nuova settimana di radio Il Discobolo: Massimo Ranieri, Enzo Jannacci... e Walt Disney



Come ogni venerdì, vi sveliamo i programmi della prossima settimana. 
Per la rubrica "Un secolo fa... Storie e personaggi del '900" ascolteremo un'intervista al cantante e attore Massimo Ranieri.
Con Wikiradio Oggi parleremo di Martin Luther King, della grande Maria Callas e di un mito dei bambini di tutto il mondo, Walt Disney.
In Speciale Wikiradio, invece, riascolteremo Enzo Jannacci

E ancora Freddy Colt, Simone Climon e il suo Gran Galà... e gli appuntamenti fissi.


Trovate, in anteprima, il palinsesto a link www.ildiscobolo.net

giovedì 26 novembre 2015

"Qui siamo tutti matti"... Alice compie 150 anni

Il 26 novembre 1865 usciva "Alice's Adventures in Wonderland" (Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie) di Lewis Carroll. Compie dunque 150 anni uno dei romanzi più letti, amati e controversi della letteratura inglese. Un libro che è ricco di simbolismo, al limite tra il sogno e la realtà.



Lewis Carroll è lo pseudonimo di un insegnante di matematica, il reverendo Charlese Lutwidge Dogdson e Alice esisteva davvero: era la figlia del direttore della scuola dove insegnava il Reverendo. 
Il libro ha un seguito: "Alice attraverso lo specchio": nei film, però, spesso compaiono elementi appartenenti a entrambi i romanzi. Nel suo viaggio, iniziato seguendo un coniglio bianco, la piccola Alice incontra personaggi alquanto bizzarri: animali parlanti, gatti che spariscono lasciando solo il sorriso, neonati che si trasformano in porcellini... Tutti dicono cose apparentemente senza senso, lei cresce e rimpicciolisce a seconda di quello che mangia e beve: è un mondo di pazzi, che però le piace moltissimo, un mondo in cui è possibile tutto e il contrario di tutto. 

Tradurre il romanzo è un'impresa decisamente ardua, a causa dei moltissimi giochi di parole che Carroll introdusse e che difficilmente sono riproducibili in una lingua diversa dall'inglese. Chiunque si sia cimentato con la traduzione ha dato alle avventure di Alice un'impronta personale.
La prima trasposizione cinematografica del romanzo risale al 1903 (era un corto di 12 minuti), l'ultima è quella di Tim Burton del 2010 (dove Alice, ormai adulta, ritorna nel Paese delle Meraviglie per salvarlo), ma quella più famosa è probabilmente il cartone animato della Walt Disney, uscito nel 1951. 

Per tutte le altre informazioni su Alice: www.wikipedia.it

Che dire? Buon compleanno, Alice!


"Ma io non voglio andare tra i matti" osservò Alice.
"Beh, non hai altra scelta" disse il Gatto "Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta".


Radio Il Discobolo, gli appuntamenti di venerdì

Ci stiamo avvicinando alla fine della settimana, ma Radio Il Discobolo non riposa e continua a tenervi compagnia su www.ildiscobolo.net http://178.32.137.180:8544/stream




Alle ore 10 C. Loffredo presenta "Toh, chi si risente"; la trasmissione è dedicata a Tullio Pane (detto Panino), nato nel 1926 e morto nel 2001 per improvvisi problemi cardiovascolari, quando era ancora in attività. Cantante di opere (era tenore) e di canzoni napoletane, ha partecipato a molte trasmissioni televisive (le ultime, con Paolo Limiti). 
Biografia completa: www.ildiscobolo.net


Sempre domani, si parlerà di Bruce Lee alle 11:30 con WikiradioOggi: sono passati esattamente 75 anni dalla nascita dell'attore e artista marziale americano (di origini cinesi), che scomparve il 20 luglio 1973 per cause considerate "ancora da accertare", probabilmente per una reazione allergica a farmaci che gli erano stati somministrati per un edema cerebrale. (www.wikipedia.it)
La prematura morte coinvolse anche il figlio di Bruce, l'attore Brandon Lee, che morì nel 1993, per un colpo di pistola sul set del film "Il corvo" a soli 28 anni. Le due tragedie hanno consegnato al mito padre e figlio.

Riascolteremo poi il Gran Galà di Simone Climon con Narciso Parigi (alle 14:30), lo Speciale Wikiradio sul Quartetto Cetra  (alle 21) e... tanto, tanto altro.

Vi aspettiamo!


mercoledì 25 novembre 2015

Canta... Peppino di Capri

Ritorna domani, giovedì 26, alle 16:30, la rubrica "Canta", questa settimana dedicata a Peppino di Capri.



Nato nel 1939, enfant prodige, inizia a suonare il pianoforte quando ha solo quattro anni; studia musica classica e poi a 18 anni incide i primi dischi.
Vince due volte il Festival di Sanremo, partecipando in tutto a 15 edizioni.
Tra i brani di maggior successo ricordiamo "Champagne".


Seguiteci su www.ildiscobolo.net


Play it, Sam. Play As Time Goes By... omaggio a Casablanca

Quando si pensa a Humphrey Bogart, non si può non pensare a Casablanca.
Quando si pensa a Ingrid Bergman, inevitabilmente si pensa a Casablanca.

"CasablancaPoster-Gold" di Bill Gold - http://www.impawards.com/1942/casablanca.html. 

Casablanda, di cui Wikipedia Oggi parlerà giovedì 26 alle 11:30, è un film del 1942, diretto da Micheal Curtiz, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale ed è uno dei film americani più famosi di tutti i tempi, ha vinto 3 Premi Oscar (miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura non originale), con altre 5 nomination andate a vuoto.

Trama e curiosità: www.wikipedia.it

Vi aspettiamo sulle frequenze di Radio Il Discobolo (www.ildiscobolo.net http://178.32.137.180:8555/stream).

Nel frattempo... musica, Sam!



martedì 24 novembre 2015

Tv Revival: Quelli della notte e Indietro Tutta (2)

Nell’articolo della settimana scorsa abbiamo analizzato quello che ha rappresentato il programma TV di ArboreQuelli della Notte”, uno dei più grandi successi d’ascolto della Rai (Tv Revival: Quelli della notte e Indietro Tutta).



Avevamo visto come un semplice show televisivo possa entrare nella vita delle persone, grazie a poche regole strategicamente vincenti. Quella fonte inesauribile di genialità, insita nello showman-conduttore-dj-musicista foggiano, pochi anni dopo, siamo nel dicembre ’87, produce un altro successo clamoroso, “Indietro Tutta”. La peculiarità del programma è quella di mettere alla berlina un certo tipo di televisione fatto di ostentazione del corpo femminile, di elargizioni di denaro sottoforma di quiz di basso livello e di un generale vulnus culturale imperante. La prima puntata si apre con una sigla orecchiabile e divenuta famosa, “Si la vita è tutto un quiz” che riassume in pieno la filosofia dello show: “Si la vita è tutt’un quiz e noi giochiamo e rigiochiamo…perché è col quiz che ci danno i milioni, evviva le televisioni…tu nella vita comandi fino a quando hai stretto in mano il tuo telecomando…”. 
L’interno dello studio è formato da una sorta di plancia da dove il regista Renzo Arbore detta i tempi vestito da comandante e perlopiù improvvisando, il bravo-presentatore è il lanciatissimo Nino Frassica che mette in campo il proprio repertorio di strafalcioni grammaticali. Ai lati, su scranni che ricordano l’aula parlamentare, perfettamente suddiviso, il pubblico del Nord ed il pubblico del Sud, altro aspetto fondamentale dello spettacolo. Questa suddivisione, conoscendo la sagacia di Arbore, non è casuale, infatti, in quel periodo si sta espandendo la Lega Lombarda che per il momento assurge ancora a fenomeno locale e folkloristico con gli slogan contro gli immigrati meridionali visti come sgraditi invasori delle terre padane. In questo contesto, si dovrebbe svolgere uno strampalato gioco a premi ma le gag, le intrusioni, le interruzioni ed improbabili balletti sono all’ordine del giorno. Per stabilire la domanda da formulare, viene fatta girare un’artigianale Ruota della Fortuna che corrisponde ad un numero, il buon Frassica legge la relativa domanda e al termine della stessa, c’è sempre un P.S. che fa intervenire in diretta la Polizia in un indimenticabile siparietto: “Volante uno a volante due” creando uno dei numerosi tormentoni insieme a quello del Prof. Pisapia al termine della telefonata con Arbore: “Chiamo io o chiama lei?”. Ed è proprio questa la formula magica, ripetere pedissequamente delle frasi per renderle automatiche e farle diventare di uso quotidiano. Come tutte le trasmissioni che si rispettino, “Indietro Tutta” ha il proprio sponsor, introdotto in pompa magna dal bravo-presentatore, irrompe in sala il balletto finto-brasiliano del Cacao Meravigliao.



 Per ironizzare sulle nudità femminili dilaganti in tv in quel periodo, ecco un gruppo di ballerine vestite da gallina, per rimarcare l’inutilità dei loro cervelli, “Le Ragazze Coccodè” con la canzone dell’inesistente prodotto di origine carioca. Potenza della televisione, si assiste, nel giro di pochi giorni, ad un fenomeno incredibile, ossia massaie e molte persone anziane che cercano di acquistare il Cacao Meravigliao in negozi e supermercati persino nominando le tre versioni, Delicasao, Spregiudicao e Depressao. Da notare, che per anni, dopo la venuta in Italia del calciatore Falcao alla Roma, tutto ciò che si intendeva brasiliano doveva per forza finire in “ao”. Se Arbore è la mente, Frassica è il braccio e si cala perfettamente nella parte in simbiosi con il suo scopritore. Da ricordare quando legge le lettere dal pubblico a casa che terminano con “saluti a questo, saluti a quell’altro e insulti per il notaio” oppure quando cita: “e chi poteva schivere queste cose, Leopardo Leopardi? Giovanni Pascoli Piceno?”. Altro personaggio incredibile, Mario Marenco nella parte di Riccardino, ragazzo cresciutello che insegue le Coccodè insidiandole. Memorabile quella puntata con il grande Massimo Troisi che venne convinto di non essere sé stesso bensì l’attore Rossano Brazzi con un divertito Arbore che lo incalzava fino a farlo capitolare. Un altro dei giochi in scaletta, è il “Che sta pensando quest’uomo quiz” con la presenza di un pensatore ed il pubblico che telefona per indovinare. Anche qui, troviamo un tormentone, ovvero il telespettatore che dopo aver sbagliato la risposta esclama : “mannaggia alla sbomballata, sderenata, sbullonata…”. Indietro Tutta durò ben 65 puntate, questa è la cifra del successo e fu la consacrazione definitiva per Renzo Arbore che da quel momento in poi cominciò a dedicarsi esclusivamente alla passione principale, la musica. E con la musica della sigla finale, con i doppi sensi in stile Arboriano, resta il rimpianto per la bella televisione che fu.

Vengo dopo il tiggì...


Articolo di Fabrizio Bordone: originale su www.laspeziaoggi.it

Cuba, l'alcool, il Premio Nobel e il suicidio: Wikiradio Oggi ricorda Ernest Hemingway

Scrittore e giornalista, autore di romanzi e racconti, Premio Nobel per la letteratura, con la passione per l'alcool e i viaggi, Hemingway (1899-1961) è considerato uno dei maggiori scrittori statunitensi e uno dei più grandi esponenti della letteratura mondiale. Alcune sue opere, come "Per chi suona la campana", "Il vecchio e il mare" e "Addio alle armi", sono delle vere e proprie pietre miliari. 
Hemingway ebbe una vita intensa e avventurosa, viaggiò moltissimo, si sposò quattro volte e si arruolò volontario durante la Prima Guerra Mondiale; a causa di un difetto alla vista, però, non poté combattere.



Amava cacciare, pescare e (soprattutto) bere. 
Dopo aver viaggiato moltissimo, dopo i successi letterari (e il Premio Nobel nel 1954), la salute dello scrittore andò peggiorando. Soffriva di forti attacchi depressivi che gli impedivano di lavorare e di ossessioni. Ricoverato in clinica psichiatrica, sottoposto a elettroshock che ne mirarono del tutto la stabilità mentale, nel luglio 1961 Hemingway si suicidò, come il padre, un fratello, una sorella e una nipote.

Del grande scrittore americano e della sua vita avventurosa e tormentata parlerà Wikiradio Oggi di mercoledì 25, in onda alle 11:30 su www.ildiscobolo.net  o http://178.32.137.180:8544/stream.


"Dal fonografo al microsolco", nuova puntata

Amici radioascoltatori, 
siamo giunti all'ultimo appuntamento, per questo mese di novembre, con Dal fonografo al microsolco, il programma curato e condotto da Sandro Alba e Massimo Baldino.



Renzo Mori, Crivel, Lita Manuel, Trio Lescano, Fred Buscaglione e Italia Vaniglio sono alcuni degli interpreti ospiti in questa puntata... non mancate! La trasmissione sarà in onda:

Martedì 24 Novembre alle ore 21
Mercoledì 25 Novembre alle ore 10
Giovedì 26 Novembre alle ore 14,30
Venerdì 27 Novembre alle ore 18

In onda su www.ildiscobolo.net  e, su smartphone e altri supporti, al seguente link

lunedì 23 novembre 2015

Speciale Wikiradio... con il Quartetto Cetra

Ritorna, come ogni settimana, l'appuntamento con Speciale Wikiradio, che potrete ascoltare:
martedì alle 14:30
giovedì alle 18
venerdì alle 21.



Si parlerà del Quartetto Cetra. (Biografia su www.ildiscobolo.net)

Vi aspettiamo su
www.ildiscobolo.net
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C'era una volta... un pezzo di legno... Il "compleanno" di Collodi su Wikiradio Oggi

"C'era una volta... -Un Re!- diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno." : è questo uno degli incipit più famosi della storia della letteratura. Inizia così "Pinocchio" di Carlo Lorenzini, in arte Carlo Collodi, scrittore e giornalista, che nacque a Firenze il 24 novembre del 1826.

"Pinocchio" è il suo libro più noto; uscì, in realtà, a puntate nel 1881 su "Il Giornale dei bambini", periodico per l'infanzia, con il titolo "Le avventure di un burattino", uscito come romanzo due anni dopo, nel 1883. 
Le avventure di Pinocchio si concludevano con la morte del burattino, ma la storia piaceva così tanto ai lettori che Collodi fu costretto a continuare a scrivere, facendo quindi resuscitare il morto impiccato e dando alla storia un lieto fine, con il piccolo protagonista che, finalmente, dopo mille peripezie, diventa un bambino in carne e ossa.



Di "Pinocchio" si ricordano: 
- il cartone animato della Walt Disney, uscito nel 1940
- lo sceneggiato a puntate diretto da Carlo Comencini nel 1972, con Nino Manfredi (Geppetto), Gina Lollobrigida (la Fata Turchina) e Franco e Ciccio nel ruolo del Gatto e la Volpe. 
- la filastrocca di Gianni Rodari e Raul Verdini, anche questo uscito a puntate a metà degli anni '50 e poi ripubblicato in un libro.

Di Carlo Collodi parlerà Wikiradio Oggi domani, martedì 24, su Radio Il Discobolo.




Cara Radio Il Discobolo... in onda le vostre richieste

Cari amici,

eccoci giunti all'appuntamento con la rubrica dedicata alla vostre richieste. Scriveteci al nostro indirizzo email o seguendo le istruzioni nello spazio dedicato visibile sulla home page del sito... saremo felici di accontentarvi!

Potrete sentire le vostre canzoni preferite nel corso di Cara Radio Il Discobolo, selezione curata e condotta da Walter Martinelli.

Lunedì 23 Novembre alle ore 14,30 e, in replica:
Mercoledì 25 Novembre alle ore 21
Giovedì 26 Novembre alle ore 10

In onda su www.ildiscobolo.net  e, su smartphone e altri supporti, al seguente link


Vi auguriamo un buon ascolto!


domenica 22 novembre 2015

"Una serata per Pippo Barzizza": il link per ascoltare lo speciale di Freddy Colt

Siete stati veramente numerosissimi, a seguire lo speciale da Genova su Pippo Barzizza, con le interviste esclusive di Freddy Colt ai protagonisti della serata.
 Se però qualcuno se lo fosse perso, vi lasciamo il link al quale ascoltarlo: www.shared.com/Barzizza

Fateci sapere se vi è piaciuto! 



Intervista a Sergio Endrigo su "Radio Il Discobolo"

Anche questa settimana ascolteremo un'intervista a un personaggio del Novecento. Questa settimana torniamo al principale amore di Radio Il Discobolo: il protagonista, infatti, sarà Sergio Endrigo.
La trasmissione "Un secolo fa... storie e personaggi del Novecento" andrà in onda:
Lunedì 23 alle 10
Martedì 24 alle 18
Mercoledì 25 alle 14:30



Tributo a Sergio Endrigo (di Fabrizio Bordone, originale su www.laspeziaoggi.it)

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore e tu sei lontana, lontana da me”… la mente riporta ad un garbato, malinconico signore in giacca e cravatta. Un’immagine in bianco e nero, colori perfetti per connotare parole amare, intrise di nostalgia. Da bambino, aspettavo il Festival almeno quanto aspettavo il Natale. Alcuni giorni prima, su un famoso ed ancora esistente settimanale di programmi Tv, venivano pubblicati i testi delle canzoni in gara. Parole d’amore o di protesta, in quegli anni non esistevano vie di mezzo, visto il periodo storico.
 A Sanremo potevi vedere Sandie Shaw, la cantante scalza, oppure Antoine, il “capellone” di Pietre (Se sei bello, ti tirano le pietre…) 

C’era anche Sergio Endrigo. La storia dello spettacolo, della cultura e dell’arte è piena di personaggi che hanno goduto di meritata gloria postuma. Il grande, immenso Totò, finché era in vita veniva considerato alla stregua di un guitto da avanspettacolo ed i suoi film, pellicole di terza serie. Endrigo, ai tempi, era tutt'al più snobbato. Vuoi per la sua indole schiva, di profugo istriano costretto a fuggire dalla sua terra d’origine nel turbolento dopoguerra di quella zona, vuoi per la sua vena d’autore incline alla tristezza. Stiamo parlando di un artista che ha collaborato con gente del calibro di Vinicius de Moraes, Pasolini, Ungaretti, Bacalov. Persino quando  vinse il Festival nel ’68 con Canzone per te, i maligni arrivarono a dire che lo avevano  premiato per una sorta di lavaggio della coscienza (l’anno prima c’era stata la tragedia di Tenco).

Vorrei far notare un altro aspetto che potrebbe sembrare marginale. Negli anni settanta, in televisione,  andava per la maggiore il re degli imitatori italiani, Alighiero Noschese. Era talmente bravo e popolare al punto che, essere imitati da lui, era una certificazione di notorietà e rendeva molto in termini di immagine. I big politici del tempo (Andreotti, Fanfani, Berlinguer) benedicevano le caricature di Noschese. Egli stesso raccontava di ricevere pressioni da ogni parte da chi voleva essere imitato. Questa premessa per raccontare un aneddoto. Quando Endrigo si dedicò per un certo periodo alle canzoni per bambini (La Casa, Il Pappagallo, Ci vuole un fiore ecc.), Noschese fece una parodia rimasta famosa. Se prima si limitava ad imitarlo rimarcandone la postura dimessa, l’aria funerea e la pronuncia della “esse” simile ad un fischio, in uno show mise in scena una gag memorabile. Parafrasando la celeberrima Ci vuole un fiore e con un gruppo di ballerine vestite come vedove, Noschese attaccò in questo modo: “Per far la bara ci vuole il morto”… 
Il pacifico, mite Endrigo, che da tempo non sopportava di essere dipinto come un menagramo, andò su tutte le furie. Fece sapere a Noschese che alla prima occasione d’incontro lo avrebbe preso a cazzotti. Dopo questo episodio, il grande Alighiero rinunciò per sempre ad uno dei suoi più esilaranti cavalli di battaglia. Scomparso dieci anni fa per un male incurabile, Sergio Endrigo ha scritto pagine importanti per la canzone d’autore. Brani come Io che amo solo te, ripresa da artisti di primo livello oppure Teresa, canzone incappata nella censura in quanto parlava di una storia con una ragazza non più vergine, la popolare L’Arca di Noè, brano sull’inquinamento piuttosto all’avanguardia per quegli anni:

Un volo di gabbiani telecomandati
e una spiaggia di conchiglie morte
nella notte una stella d’acciaio
confonde il marinaio
strisce bianche nel cielo azzurro
per incantare e far sognare i bambini
la luna è piena di bandiere senza vento
che fatica essere uomini… 

Ma la parte che più impressionava la mia mente di bambino era questa:

Un toro è disteso sulla sabbia 
e il suo cuore perde kerosene 
a ogni curva un cavallo di latta 
distrugge il cavaliere 
terra e mare polvere bianca 
una città si è perduta nel deserto 
la casa è vuota non aspetta più nessuno 
che fatica essere uomini …



Come dicevo prima, il riconoscimento è stato postumo. Non si contano le rassegne e le manifestazioni in sua memoria. Di questi giorni è il grande successo che sta riscuotendo Lontano dagli occhi nella versione di Gianna Nannini. Un numero sempre crescente di nuove leve si dichiara ispirato ad Endrigo. Forse, l’unico modo per strappargli finalmente un sorriso…

sabato 21 novembre 2015

Gran galà con... Narciso Parigi

Inizia domani, domenica 22, la nuova settimana di Radio Il Discobolo: tra gli appuntamenti della giornata, il Gran Galà di Simone Climon, con protagonista Narciso Parigi

L'appuntamento è alle ore 18:00 su www.ildiscobolo.nethttp://178.32.137.180:8544/stream e lo potrete ascoltare anche venerdì alle 14:30.



La biografia (a cura di Enzo Giannelli)

Nato a Campi Bisenzio (Firenze) il 20 novembre 1927, è uno dei maggiori rappresentanti del canto toscano in generale e fiorentino in particolare, molto più vicino allo stile stornellante di un Carlo Buti che all’intimismo ironico-sornione di un Odoardo Spadaro, e con una voce intonatissima, molto più sobria e robusta di un Oscar Carboni . Dopo aver studiato lirica, debutta nel 1944 con il Quintetto Fiorentino. Scoperto nello stesso anno dal maestro Francesco Ferrari, che lo valorizza accogliendolo nella propria scuderia, comincia la propria carriera radiofonica, cantando in seguito anche con le orchestre di Guido Cergoli e di Nello Segurini. Nell’immediato dopoguerra, diventa popolarissimo con canzoni come Firenze, Mattinata fiorentina, Firenze sogna, Il cappello di paglia di Firenze, La piccinina, La mia canzone al vento, Porta un bacione a Firenze, Il valzer della povera gente, Fiorentina, Un’ora sola ti vorrei, Cavallino corri e va, Sulla carrozzella, Chitarratella, Non passa più, Tango del mare, Serenata celeste, Serenata serena, cui seguono Chi lo sa perché, Lo zampognaro del Molise (in duetto con Brenda Gioi) e, soprattutto Tu sei sempre nel mio cuor, che diventa un suo cavallo di battaglia. Nell’agosto del 1948 (con Brenda Gioi, Silvano Lalli, il Quartetto Stars e l’Orchestra di Francesco Ferrari), prende parte alla prima edizione del Festival nazionale della canzone italiana (antesignano del Festival di Sanremo), che si svolge a Viareggio (alla Capannina di Sergio Bernardini, appena inaugurata), vincendo la gara con Serenata al primo amore. Tipico stornellatore toscano con una voce di tenore leggero, ha sempre riservato ampio spazio nel suo repertorio alla canzone dialettale: Stornellacci a dispetto (con Maria Marinari), Stornellacci confidenziali, Stornellacci spaziali, Strofette a spillo, Stornelli per i turisti, Caserio, Stornellacci scanzonati, Stornelli fiorentini, Svegliati, Già allo sguardo, Parevan due leoni. Al principio degli Anni Cinquanta, manda in visibilio il pubblico con Terra straniera, una canzone strappalacrime basata sulla nostalgia degli emigranti. Il brano (che diventa contemporaneamente un hit di Carla Boni) riscuote un successo così strepitoso che, nel 1954, Sergio Corbucci ne trae un film (sorta da romanzo d’appendice che verte sulla storia di un minatore italiano emigrato in Francia, con finale eroico) affidando il ruolo di protagonista proprio a Narciso Parigi, accanto a Lia Amanda, Jacques Sernas e Tamara Lees. Grazie al fisico prestante, alla faccia da pugile, al suo stornellare flautato e a un periodo in cui i divi del microfono fanno cassetta anche nelle sale cinematografiche, Narciso Parigi (che, nel 1952, aveva già interpretato un eroe risorgimentale nel film La prigioniera di Amalfi) viene spesso chiamato a ricoprire ruoli non secondari in pellicole di carattere prevalentemente musicale che si intitolano Acque amare (1954), Amarti è il mio destino (1957), Gagliardi e pupe (1958), Il giro del mondo in ottanta canzoni (1959). Nel 1955, approda al Festival di Sanremo, dove presenta Incantatella in coppia con Claudio Villa (classificandosi al quarto posto) e portando in finale anche Ci ciu ci cantava un usignol, ripetuta da Natalino Otto, che diventa un successo internazionale. Nel 1956 partecipa al Festival di Como e l’anno seguente si fa onore, rappresentando la Toscana a Voci e volti della fortuna, il concorso radiotelevisivo abbinato alla Lotteria di Capodanno. Nel 1959, vince il Festival di Velletri con Il postino innamorato e, nel 1960, dopo aver partecipato al Festival di Milano con Primo bacio, si aggiudica il Festival internazionale di Firenze, presentando Rondini fiorentine in coppia con Luciano Rondinella. Nel 1962, torna al Festival di Sanremo con Vita, un pezzo assai mediocre di Cherubini e Concina, presentata in coppia con Giorgio Consolini, ma non riesce a superare il verdetto delle giurie. Nel 1963, approda al Festival di Napoli con tre canzoni, portando in finale ’A stessa Maria (in coppia con Mario Abbate) e ’A fenesta ’e rimpietto (in abbinamento a Maria Paris). 




Narciso Parigi è stato anche un ottimo interprete di operette, come dimostra una serie di incisioni realizzate in duetto con Edda Vincenzi. Ha partecipato a centinaia di trasmissioni radiofoniche e televisive, presente a manifestazioni musicali di ogni genere, applauditissimo in tutto il mondo. Ha inciso 45 album, molti dei quali a tema, come Al mio amico Odoardo, Folklore dell’Ottocento toscano, Souvenir di Firenze, Canzoni di mezzo secolo. Nutrita anche la sua produzione di singoli con le etichette Cetra, Pathé, Capitol, Emi, Ricordi. Fra i titoli del suo vastissimo repertorio, si ricordano anche Le ragazze di Monticelli, Voglio vivere così, Maggio fiorentino, Le ragazze d’Italia, Serenata a San Frediano, tramonto a Pisa, Ninna nanna dell’Arno, Portatemi a Firenze. 


Dov'eri quando hanno ucciso Kennedy?

JFK con la moglie Jackie


"Dov'eri quando uccisero Kennedy?". Questa è una delle domande più frequenti negli Stati Uniti: l'omicidio dell'allora Presidente John Fitzgerald Kennedy è stato sicuramente uno degli eventi più significativi del secolo scorso. 
J.F.K., 35° Presdidente degli USA, il 22 novembre del 1963 era in visita a Dallas, in Texas; erano le 12:30 (ora americana) e Kennedy, assieme alla moglie Jacqueline e al Governatore texano John Connally, stava passando in auto in mezzo a due ali di folla, quando venne colpito da un colpo di pistola. Le immagini del Presidente che si accascia, colpito, hanno fatto il giro del mondo.
Dell'assassinio fu accusato Lee Harvey Oswald, un operaio, militare e attivista americano che fu catturato poche ore dopo l'attentato e ucciso due giorni dopo.



Tuttavia, ci sono (ancora) molte ombre sul fatto: quanti colpi furono realmente sparati? Provenivano tutti dalla stessa direzione? E perché Oswald uccise il Presidente? 

Di John Kennedy parlerà Wikiradio Oggi domenica 22 novembre, nell'anniversario dell'attentato, alle ore 11:30, in onda sulle frequenze di Radio Il Discobolo.


Il celebre "Happy birthday Mr President" cantato da Marylin Monroe: tra i due ci fu una relazione



"La voce del padrone" celebra Caterina Valente

  Ritorna " La voce del padrone " con una nuova puntata monografica, dedicata alla grande cantante Caterina Valente , recentemente...