Nell’articolo
della settimana scorsa abbiamo analizzato quello che ha rappresentato il
programma TV di Arbore “Quelli della Notte”, uno dei più grandi
successi d’ascolto della Rai (Tv Revival: Quelli della notte e Indietro Tutta).
Avevamo visto come un semplice show televisivo possa entrare nella vita delle
persone, grazie a poche regole strategicamente vincenti. Quella fonte
inesauribile di genialità, insita nello showman-conduttore-dj-musicista
foggiano, pochi anni dopo, siamo nel dicembre ’87, produce un altro successo
clamoroso, “Indietro Tutta”. La peculiarità del programma è
quella di mettere alla berlina un certo tipo di televisione fatto di
ostentazione del corpo femminile, di elargizioni di denaro sottoforma di quiz
di basso livello e di un generale vulnus culturale imperante. La prima puntata
si apre con una sigla orecchiabile e divenuta famosa, “Si la vita è tutto un quiz” che riassume in pieno la filosofia
dello show: “Si la vita è tutt’un quiz e
noi giochiamo e rigiochiamo…perché è col quiz che ci danno i milioni, evviva le
televisioni…tu nella vita comandi fino a quando hai stretto in mano il tuo
telecomando…”.
L’interno dello studio è formato da una sorta di plancia da
dove il regista Renzo Arbore detta i
tempi vestito da comandante e perlopiù improvvisando, il bravo-presentatore è il lanciatissimo Nino Frassica che mette
in campo il proprio repertorio di strafalcioni grammaticali. Ai lati, su
scranni che ricordano l’aula parlamentare, perfettamente suddiviso, il pubblico
del Nord ed il pubblico del Sud, altro aspetto fondamentale dello
spettacolo. Questa suddivisione, conoscendo la sagacia di Arbore, non è casuale, infatti, in quel periodo si sta espandendo
la Lega Lombarda che per il momento
assurge ancora a fenomeno locale e folkloristico con gli slogan contro gli
immigrati meridionali visti come sgraditi invasori delle terre padane. In
questo contesto, si dovrebbe svolgere uno strampalato gioco a premi ma le gag,
le intrusioni, le interruzioni ed improbabili balletti sono all’ordine del
giorno. Per stabilire la domanda da formulare, viene fatta girare
un’artigianale Ruota della Fortuna
che corrisponde ad un numero, il buon Frassica
legge la relativa domanda e al termine della stessa, c’è sempre un P.S. che fa
intervenire in diretta la Polizia in un indimenticabile siparietto: “Volante uno a volante due” creando uno
dei numerosi tormentoni insieme a quello del Prof. Pisapia al termine della telefonata con Arbore: “Chiamo io o chiama
lei?”. Ed è proprio questa la formula magica, ripetere pedissequamente
delle frasi per renderle automatiche e farle diventare di uso quotidiano. Come
tutte le trasmissioni che si rispettino, “Indietro
Tutta” ha il proprio sponsor, introdotto in pompa magna dal bravo-presentatore, irrompe in sala il
balletto finto-brasiliano del Cacao
Meravigliao.
Per ironizzare sulle nudità femminili dilaganti in tv in quel
periodo, ecco un gruppo di ballerine vestite da gallina, per rimarcare
l’inutilità dei loro cervelli, “Le
Ragazze Coccodè” con la canzone dell’inesistente prodotto di origine
carioca. Potenza della televisione, si assiste, nel giro di pochi giorni, ad un
fenomeno incredibile, ossia massaie e molte persone anziane che cercano di
acquistare il Cacao Meravigliao in
negozi e supermercati persino nominando le tre versioni, Delicasao, Spregiudicao e
Depressao. Da notare, che per anni,
dopo la venuta in Italia del
calciatore Falcao alla Roma, tutto ciò che si intendeva
brasiliano doveva per forza finire in “ao”. Se Arbore è la mente, Frassica
è il braccio e si cala perfettamente nella parte in simbiosi con il suo
scopritore. Da ricordare quando legge le lettere dal pubblico a casa che
terminano con “saluti a questo, saluti a
quell’altro e insulti per il notaio” oppure quando cita: “e chi poteva schivere queste cose, Leopardo Leopardi? Giovanni Pascoli Piceno?”.
Altro personaggio incredibile, Mario
Marenco nella parte di Riccardino,
ragazzo cresciutello che insegue le Coccodè
insidiandole. Memorabile quella puntata con il grande Massimo Troisi che venne convinto di non essere sé stesso bensì
l’attore Rossano Brazzi con un
divertito Arbore che lo incalzava
fino a farlo capitolare. Un altro dei giochi in scaletta, è il “Che sta pensando quest’uomo quiz” con
la presenza di un pensatore ed il pubblico che telefona per indovinare. Anche
qui, troviamo un tormentone, ovvero il telespettatore che dopo aver sbagliato
la risposta esclama : “mannaggia alla
sbomballata, sderenata, sbullonata…”. Indietro
Tutta durò ben 65 puntate, questa è la cifra del successo e fu la
consacrazione definitiva per Renzo
Arbore che da quel momento in poi cominciò a dedicarsi esclusivamente alla
passione principale, la musica. E con la musica della sigla finale, con i doppi
sensi in stile Arboriano, resta il
rimpianto per la bella televisione che fu.
Vengo
dopo il tiggì...
Articolo di Fabrizio Bordone: originale su www.laspeziaoggi.it
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