Inizia domani, domenica 22, la nuova settimana di Radio Il Discobolo: tra gli appuntamenti della giornata, il Gran Galà di Simone Climon, con protagonista Narciso Parigi.
L'appuntamento è alle ore 18:00 su www.ildiscobolo.net o http://178.32.137.180:8544/stream e lo potrete ascoltare anche venerdì alle 14:30.
La biografia (a cura di Enzo Giannelli)
Nato a Campi Bisenzio (Firenze) il 20 novembre 1927, è
uno dei maggiori rappresentanti del canto toscano in
generale e fiorentino in particolare, molto più vicino allo
stile stornellante di un Carlo Buti che all’intimismo
ironico-sornione di un Odoardo Spadaro, e con una voce
intonatissima, molto più sobria e robusta di un Oscar
Carboni .
Dopo aver studiato lirica, debutta nel 1944 con il
Quintetto Fiorentino. Scoperto nello stesso anno dal
maestro Francesco Ferrari, che lo valorizza accogliendolo
nella propria scuderia, comincia la propria carriera
radiofonica, cantando in seguito anche con le orchestre di Guido Cergoli e di Nello
Segurini.
Nell’immediato dopoguerra, diventa popolarissimo con canzoni come Firenze,
Mattinata fiorentina, Firenze sogna, Il cappello di paglia di Firenze, La piccinina, La
mia canzone al vento, Porta un bacione a Firenze, Il valzer della povera gente,
Fiorentina, Un’ora sola ti vorrei, Cavallino corri e va, Sulla carrozzella,
Chitarratella, Non passa più, Tango del mare, Serenata celeste, Serenata serena, cui
seguono Chi lo sa perché, Lo zampognaro del Molise (in duetto con Brenda Gioi) e,
soprattutto Tu sei sempre nel mio cuor, che diventa un suo cavallo di battaglia.
Nell’agosto del 1948 (con Brenda Gioi, Silvano Lalli, il Quartetto Stars e l’Orchestra
di Francesco Ferrari), prende parte alla prima edizione del Festival nazionale della
canzone italiana (antesignano del Festival di Sanremo), che si svolge a Viareggio
(alla Capannina di Sergio Bernardini, appena inaugurata), vincendo la gara con
Serenata al primo amore.
Tipico stornellatore toscano con una voce di tenore leggero, ha sempre riservato
ampio spazio nel suo repertorio alla canzone dialettale: Stornellacci a dispetto (con
Maria Marinari), Stornellacci confidenziali, Stornellacci spaziali, Strofette a spillo,
Stornelli per i turisti, Caserio, Stornellacci scanzonati, Stornelli fiorentini, Svegliati,
Già allo sguardo, Parevan due leoni.
Al principio degli Anni Cinquanta, manda in visibilio il pubblico con Terra straniera,
una canzone strappalacrime basata sulla nostalgia degli emigranti. Il brano (che
diventa contemporaneamente un hit di Carla Boni) riscuote un successo così
strepitoso che, nel 1954, Sergio Corbucci ne trae un film (sorta da romanzo
d’appendice che verte sulla storia di un minatore italiano emigrato in Francia, con
finale eroico) affidando il ruolo di protagonista proprio a Narciso Parigi, accanto a
Lia Amanda, Jacques Sernas e Tamara Lees.
Grazie al fisico prestante, alla faccia da pugile, al suo stornellare flautato e a un
periodo in cui i divi del microfono fanno cassetta anche nelle sale cinematografiche,
Narciso Parigi (che, nel 1952, aveva già interpretato un eroe risorgimentale nel film
La prigioniera di Amalfi) viene spesso chiamato a ricoprire ruoli non secondari in
pellicole di carattere prevalentemente musicale che si intitolano Acque amare (1954),
Amarti è il mio destino (1957), Gagliardi e pupe (1958), Il giro del mondo in ottanta
canzoni (1959).
Nel 1955, approda al Festival di Sanremo, dove presenta Incantatella in coppia con
Claudio Villa (classificandosi al quarto posto) e portando in finale anche Ci ciu ci
cantava un usignol, ripetuta da Natalino Otto, che diventa un successo internazionale.
Nel 1956 partecipa al Festival di Como e l’anno seguente si fa onore, rappresentando
la Toscana a Voci e volti della fortuna, il concorso radiotelevisivo abbinato alla
Lotteria di Capodanno.
Nel 1959, vince il Festival di Velletri con Il postino innamorato e, nel 1960, dopo
aver partecipato al Festival di Milano con Primo bacio, si aggiudica il Festival
internazionale di Firenze, presentando Rondini fiorentine in coppia con Luciano
Rondinella.
Nel 1962, torna al Festival di Sanremo con Vita, un pezzo assai mediocre di
Cherubini e Concina, presentata in coppia con Giorgio Consolini, ma non riesce a
superare il verdetto delle giurie.
Nel 1963, approda al Festival di Napoli con tre canzoni, portando in finale ’A stessa
Maria (in coppia con Mario Abbate) e ’A fenesta ’e rimpietto (in abbinamento a
Maria Paris).
Narciso Parigi è stato anche un ottimo interprete di operette,
come dimostra una serie di incisioni realizzate in duetto con Edda Vincenzi.
Ha partecipato a centinaia di trasmissioni radiofoniche e televisive, presente a
manifestazioni musicali di ogni genere, applauditissimo in tutto il mondo.
Ha inciso 45 album, molti dei quali a tema, come Al mio amico Odoardo, Folklore
dell’Ottocento toscano, Souvenir di Firenze, Canzoni di mezzo secolo.
Nutrita anche la sua produzione di singoli con le etichette Cetra, Pathé, Capitol, Emi,
Ricordi.
Fra i titoli del suo vastissimo repertorio, si ricordano anche Le ragazze di Monticelli,
Voglio vivere così, Maggio fiorentino, Le ragazze d’Italia, Serenata a San Frediano,
tramonto a Pisa, Ninna nanna dell’Arno, Portatemi a Firenze.
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