martedì 7 novembre 2017

Accadde Oggi: nel 1924 nasce Gino Latilla



Gino Latilla nasce a Bari il 7 novembre 1924.
Cresciuto alla scuola del padre (il cantante Mario Latilla), esordì negli anni della guerra al Teatro Manzoni di Bologna con Marilù. Nell'immediato dopoguerra dopo una fortunata tournée in Germania e negli Stati Uniti fu assunto dalla RAI come cantante al seguito dell'Orchestra di Cinico Angelini, proprio per le forti pressioni esercitate sull'azienda dal direttore d'orchestra che, ironia della sorte lo aveva escluso in un precedente provino.

Numerosi i suoi successi, riscossi nelle varie edizioni del Festival di Sanremo, da "Vecchio scarpone" del 1953 (in coppia con Giorgio Consolini) al doppio trionfo dell'anno seguente con "Tutte le mamme" (ancora in coppia col cantante bolognese) ed "...e la barca tornò sola" (insieme a Franco Ricci, rispettivamente prima e terza classificata).



Vanno poi ricordati i molti duetti con la futura moglie Carla Boni e precedentemente con Nilla Pizzi.
Sempre a Sanremo "Io sono il vento" nel 1959 con Arturo Testa e "Il mare nel cassetto" del 1961 portato al successo con la debuttante Milva. Trionfò anche al Festival internazionale di Venezia dove si presentò nel 1955 insieme a Carla Boni e al Quartetto Cetra con il brano "Vecchia Europa".
Fra gli altri successi, si ricordano Amico tango (1953, con Nilla Pizzi), Tchumbala bey (1954, scritta da Fred Buscaglione), Marietta monta in gondola (1954) e Serenatella sciue' sciue' (1957), quest'ultime con la Boni che nel 1958 diventa sua moglie.
Colse l'ultimo trionfo, proprio in coppia con la moglie, al Festival di Napoli nel 1961 con "Tu sì comm'a 'na palummella", bissando il successo ottenuto del '55 con "E stelle e' Napule".

Negli anni sessanta abbandonò temporaneamente la carriera artistica per lavorare come dirigente della RAI prima a Roma, poi a Firenze. Per la Rai ha seguito anche le vicende calcistiche della Fiorentina e della Pistoiese nonché di altre squadre toscane.È tornato a calcare il palcoscenico negli anni ottanta, insieme a Nilla Pizzi, Carla Boni e Giorgio Consolini formando il gruppo “Quelli di Sanremo”.
Gino Latilla è venuto a mancare nel 2011.



Wikiradio, Antonio Gramsci e il nucleare



I prossimi appuntamenti con WikiRadio



Martedì 7 ore 23:30 e mercoledì 8 ore 11:30. L'arresto di Gramsci
Antonio Gramsci, politico, filosofo, giornalista, linguista e critico letterario italiano, fu arrestato l'8 novembre 1926 e portato nel carcere di Regina Coeli, dopo che il Governo fascista aveva sciolto i partiti d'opposizione in seguito al fallito attentato a Mussolini. L'esperienza in carcere portò Gramsci a scrivere riflessioni e appunti, non destinati alla pubblicazioni: si tratta dei famosi "Quaderni dal carcere", iniziati nel 1929 e bruscamente interrotti nel 1935, a causa delle cattive condizioni di salute. Due anni dopo, ormai libero, morì di emorragia cerebrale, a soli 46 anni.

Mercoledì 8 ore 23:30


Il referendum sul nucleare
L'8 e 9 novembre del 1987, gli Italiani, a grande maggioranza, votarono per abrogare le tre seguenti norme:
1) attribuire al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) il potere di determinare le aree dove insediare le centrali elettronucleari, nel caso non lo facessero le Regioni;
2) autorizzare l'Enel a versare contributi a Regioni e Comuni in proporzione all'energia prodotta sul loro territorio con centrali nucleari o a carbone;
3) consentire all'Enel di «promuovere la costruzione» di impianti elettronucleari «con società o enti stranieri» o anche «assumere partecipazioni che abbiano come oggetto la realizzazione e l'esercizio di impianti elettronucleari» all'estero


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lunedì 6 novembre 2017

"Voglio vivere così". Serata a Milano per Giovanni d'Anzi



MILANO- Mercoledì 15 novembre alle ore 21 presso il MIC - Museo Interattivo del Cinema, la Fondazione Cineteca Italiana in collaborazione con l’Associazione Culturale Donne della Realtà, presenta "Voglio vivere così", un evento speciale dedicato all'autore e compositore milanese Giovanni D’Anzi fra film, racconti e musica live.

«In questa Galleria c’era una volta un Re. Scrisse magiche note e la più dolce serenata la cantò per Milano». Una targa nella centralissima Galleria del Corso, a Milano, ricorda Giovanni D’Anzi, autore della celebre “Oh mia bela Madunina” e di altre 1.200 melodie che hanno contribuito a far amare la canzone italiana nel mondo. 

Al compositore, nato nel capoluogo lombardo il 1° gennaio 1906 e morto a Santa Margherita Ligure il 15 aprile 1974, l’Associazione culturale Donne della realtà ha dedicato il primo numero del proprio trimestrale cartaceo, raccontando con immagini e testimonianze inedite un altro suo grande successo, “La gagarella del Biffi Scala”, brano del 1941 scritto con Alfredo Bracchi, che “fotografa” il desiderio di libertà e di vita delle ragazze in un momento storico in cui in Italia le conseguenze distruttive dell’entrata in guerra non si erano ancora manifestate. 

La magica serata dedicata a Giovanni D’Anzi – che è stato autore anche di colonne sonore – prevede la proiezione del film "Voglio vivere così" di Mario Mattoli del 1942. 
Prima della proiezione la giornalista Paola Ciccioli racconterà il suo incontro con la cantante, attrice e doppiatrice Liliana Feldmann, grande amica del Maestro D’Anzi, mentre il chitarrista Luca Bartolommei suonerà e canterà “Ma l’amore no” e altre quattro famosissime canzoni composte dal “Re” di Milano, accompagnato al flauto da Alessandro Sabina

L’Associazione Donne della realtà si è costituita ufficialmente nel 2015 con lo scopo di «promuovere ogni iniziativa possibile per la piena valorizzazione delle capacità espressive d bambine, bambini e adulti di ogni età provenienza e ceto sociale». La presidente, la giornalista Paola Ciccioli, è la coordinatrice del blog Donne della realtà, molto seguito e tra i primi – già nel 2009 – a impegnarsi per un’informazione corretta e rispettosa dell’universo femminile. L’Associazione, che ha soci sparsi in varie regioni e ha anche pubblicato la raccolta dei post di una blogger ottantenne sul tema della memoria, è impegnata nella valorizzazione dei dialetti, della poesia e ha appena avviato un progetto sulle filastrocche dei bambini italiani e stranieri.


Modalità d’ingresso al MIC - Museo Interattivo del Cinema
Biglietto intero € 6,50; ridotto con Cinetessera € 5


"Dal fonografo al microsolco", nuova puntata



Dopo due settimane di assenza, ritorna Sandro Alba ai microfoni di "Dal fonografo al microsolco". 


Ascolteremo un classico della canzone italiano come "Bombolo" di Marf e Mascheroni nella storica versione del 1933 dell'orchestra blue star di Barzizza, una inconfondibile "Vecchia Roma" dalla voce del romano di trastevere Claudio Villa e ancora una canzoncina di grande successo della parte finale degli anni Cinquanta, come Tu mi fai girar la testa dalla bella voce di Anita Traversi; inoltre celebreremo l'arte di Charles Aznavour con una delle sue canzoni più belle, "La Boheme".

La sigla che chiuderà la trasmissione di questa settimana risale al 1958 ed è relativa al celebre "Musichiere" dell'indimenticabile Mario Riva.

Max e Sandro vi aspettano:

- martedì alle 10
- mercoledì alle 14:30
- giovedì alle 18
- venerdì alle 21



domenica 5 novembre 2017

La polvere e Cristina Jorio nella nuova puntata di "Foglie d'autunno"



Il tema della settima puntata di "Foglie d'autunno", con Enzo Giannelli, sarà la "polvere", disperazione della casalinghe e degli innamorati a cui, di un amore, resta -appunto- solo polvere, come Giorgio Consolini


La voce della settimana è Cristina Jorio.
Scoperta dal maestro Giovanni D’Anzi intorno al 1952, entra a far parte dei cantanti della radio e ha fatto parte di diverse orchestre. Ha partecipato al Festival di Sanremo. A metà degli anni Sessanta si è ritirata.

La trasmissione va in onda:

- lunedì alle 10
- martedì alle 14:30
- mercoledì alle 18
- giovedì alle 21


Accadde Oggi: nel 1942 nasce Pierangelo Bertoli



Il 5 novembre 1942 nasceva Pierangelo Bertoli.

Lo ricordiamo con questo articolo di Fabrizo Bordone.



Denunciava con rabbia e coraggio le ipocrisie e i mali della società, Pierangelo Bertoli, ma sapeva anche raccontare l’amore. I suoi pensieri ne hanno fatta di strada, quella strada che non ha mai potuto percorrere con le proprie gambe essendo stato colpito dalla poliomielite a soli dieci mesi di vita.
Nacque nel pieno dell’ultima guerra, a Sassuolo, da una famiglia operaia, in quell’Emilia sana e solidale che solo in seguito diventerà opulenta. In casa non avevano neppure la radio e la passione di Pierangelo per la musica poté svilupparsi grazie al fratello che suonava con il proprio complesso in cantina. Aveva in mente i testi e riuscì a tradurli in musica solo quando alcuni amici gli prestarono una chitarra e di lì a poco iniziò ad esibirsi nelle feste paesane e a quelle di partito. Già, di partito perché Bertoli era militante della sinistra extraparlamentare e con altri musicisti fondò il Canzoniere Nazionale del Vento Rosso per la casa editrice Servire il Popolo. Molto legato alla propria terra, compose tante canzoni in dialetto sassolese collaborando anche con i due concittadini Caterina Caselli e Nek. Forse non tutti sanno che fu determinante per far conoscere un ancora acerbo Ligabue, il rocker emiliano, infatti, a Bertoli deve molto per la fase iniziale di carriera. Con il Canzoniere incise il primo album che venne stampato anche nell’allora Germania Ovest a cura del Partito Comunista Tedesco e ciò comportò una tournée nelle maggiori città teutoniche. A parte il circuito politico e locale, la prima notorietà nazionale giunse con l’album “Eppure soffia” il cui brano omonimo, incentrato sull’ecologia, veniva passato spesso nelle radio private (siamo nel ’76): “E l’acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi. La chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi. Uccelli che volano a stento, malati di morte. Il freddo interesse, alla vita ha sbarrato le porte. Eppure il vento soffia ancora, spruzza l’acqua alle navi sulla prora…”.



Dopo un album composto solo di canzoni dialettali, nel ’79 esce “A muso duro”, lavoro che porta dei buoni riscontri a livello di vendite soprattutto grazie al brano che dà il titolo al 33 giri : “Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani e quelli che rubavano un salario, i falsi che si fanno una carriera con certe prestazioni fuori orario. Canterò le mie canzoni per la strada ed affronterò la vita a muso duro, un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro…”. 
Questo brano, che meriterebbe di essere trascritto per intero, è un’articolata invettiva verso l’esterno ma anche una chiara rivendicazione del proprio modo di essere che ricorda, nello svolgimento, “L’avvelenata” del corregionale Guccini. E’ una fase importante nella vita di Bertoli perché oltre ad acquisire una maggiore notorietà, conosce Bruna che diventerà sua moglie e gli darà tre figli, uno di questi, Alberto, seguirà le orme del padre e ne tiene vivo tutt’oggi il ricordo. 
Iniziano gli anni ottanta e Bertoli contribuisce a far conoscere una certa Fiorella Mannoia che duetta con lui nel brano “Pescatore”, pubblica diversi album che lo proiettano di diritto nel novero dei cantautori e da qui in poi non verrà più considerato un cantante folk. Colpito dalle vicende di cronaca riguardo la repressione in Polonia, abbandona le idee estremiste in favore di una visione più libertaria e progressista rifiutando altresì la proposta di candidarsi per il PSI Craxiano che in quel periodo reclutava a mani basse nel mondo dello spettacolo (un anticipo degli anni a venire…).



Il decennio si chiude con un calo delle vendite, ma iniziano gli anni novanta e Pierangelo Bertoli vince il Telegatto per il famoso spot a favore della Lega per l’emancipazione dell’handicappato dove interpreta se stesso nell’atto di non riuscire ad accedere ad una cabina telefonica per poter chiamare la Polizia a seguito di un incidente. 

Questa fiammata di notorietà prelude al Sanremo ’91 dove spopola con il brano della band dialettale sarda dei Tazenda traducendo in italiano il brano “Disamparados” che diventa la celeberrima “Spunta la luna dal monte”. Questa canzone bellissima e di facile presa viene anche ricordata perché da Nord a Sud tutti si cimentavano a canticchiarla in un esilarante e maldestro sardo maccheronico, sardi esclusi, ovviamente. Passati i fasti del Festival, Bertoli viene progressivamente messo da parte, partecipa a varie iniziative per beneficenza e Pippo Baudo boccerà la canzone pacifista contro la guerra in Afghanistan escludendolo dalla rassegna sanremese del 2002. Il 1° Maggio di quell’anno si esibisce in piazza a Potenza e cinque mesi dopo si spegne per le complicanze cardiache in seguito al tumore ai polmoni contro il quale stava combattendo. Un uomo schietto, indurito dalle prove della vita, un uomo buono e meraviglioso, messo in un angolo frettolosamente. La sua vena sentimentale è tutta nel brano “Gennaio” : “Giorni di gennaio, quando il tempo si è fermato e la natura sembra non svegliarsi mai ed anch'io, come lei, vorrei dormire per non pensare più… ti cercherò sospesa nella mia ragione, verrò tra i ricordi che ho di te, per ritrovarti ancora mia…”.





Due appuntamenti con "La grande prosa"

Il ciclo di teatro in radio propone questa settimana due appuntamenti diversi.

Domenica 5: "Nebbia" di Eugene O' Neill in una versione del 1967 con Mario Feliciani. 
"Nebbia" è un'opera del 1914, atto unico.


Lunedì 6: Intervista con l'autore di Jean Anouilh.
Interpretazione di Gianrico Tedeschi. Bice Valori, Lando Buzzanca, Fiorenzo Fiorentini, risalente al 1964.




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I prossimi appuntamenti con WikiRadio



Domenica 5 ore 23:30 e lunedì 6 ore 11:30.
Enzo Biagi. 
Il 6 novembre 2007 moriva Enzo Biagi: giornalista, scrittore e conduttore televisivo, nacque il 9 agosto 1920 a Pianaccio (Bologna) e fin da bambino volle fare il giornalista. Già a 20 anni lavorava nel "Carlino sera" e, nel corso della Resistenza, rifugiatosi in montagna, aderì alla lotta partigiana: considerato però troppo gracile per combattere, si occupò della stesura di un giornale partigiano. Biagi rimase sempre legato a questa esperienza, tanto che la sua salma venne accompagnata in Chiesa dalle note di "Bella ciao".

(Gallery del Corriere: Enzo Biagi con la moglie Lucia, sposata nel 1943)

Lunedì 6 ore 23:30
I caschi blu.
Forza militare internazionale non combattente al servizio dell'ONU, che adoperano il casco blu per distinguersi dagli altri eserciti. Le loro mansioni sono talvolta pericolose. Seppur non violenti, infatti, i caschi blu tentano di calmare e riordinare delle rivolte, talvolta segnate da terribili eventi. Il loro primo intervento risale al 7 novembre 1956 durante la crisi di Suez. Nel 1988 vinsero il Premio Nobel per la pace.

Martedì 7 alle 11:30
Steve Mc Queen.
Il 7 novembre del 1980 moriva Steve Mc Queen. Famoso per un atteggiamento spericolato, anti-eroe, attore problematico per i registi con cui ha lavorato, oltre all'amore per la recitazione (era allievo dell'Actor's Studio), affiancò quello per le corse motociclistiche e automobilistiche. E, proprio in virtù di questa passione, sul set dei suoi film rinunciava alla controfigura ed era lui stesso a girare scene di corsa in auto o in moto. E, con ogni probabilità, fu proprio questa passione a ucciderlo: nel 1979 gli venne diagnosticato un mesotelioma pleurico, un tumore associato all'amianto, di cui furono trovate tracce nelle tute dei piloti che guidavano le auto amate da Steve Mc Queen. L'anno dopo, a soli 50 anni, morì. 




venerdì 3 novembre 2017

A Roma grande successo per Matteo Persica con "Rino Gaetano. Essenzialmente tu"




Grande successo di critica e di pubblico ieri, giovedì 2 novembre, presso la libreria LaFeltrinelli di via Appia Nuova per la presentazione del volume “Rino Gaetano. Essenzialmente tu” di Matteo Persica (Odoya edizioni).



Giovedì 2 novembre, alle ore 18.00, un pubblico numerosissimo, giunto da tutte le regioni, ha letteralmente riempito lo Spazio Feltrinelli in via Appia Nuova. La passione e l’impegno che il giovane scrittore Matteo Persica ha impiegato negli ultimi tre anni per portare alla luce il libro “Rino Gaetano. Essenzialmente tu”, sono state ripagate dalla stima e l’affetto di tutti i presenti. “La mia unica speranza è di aver restituito al pubblico un’immagine dolce e limpida di Rino. Non ci sarei mai riuscito senza tutti i suoi amici, che oggi sono qui per festeggiare la sua arte e la sua umanità”.

Visibilmente commossi sia l’autore del libro che tutti gli amici e colleghi di Rino che hanno partecipato, dando vita ad un vero e proprio happening. “Rino sarebbe stato felice” ripeteva Stefano Senesi, dopo essersi messo spontaneamente al pianoforte per accompagnare i Crash, Toni Malco e Daniele Savelli (quest’ultimo ha accompagnato la serata con alcuni brani di Rino Gaetano).

L’aria di festa ha coinvolto tutti i partecipanti che hanno arricchito l’incontro con la loro presenza: Mariano Sabatini. Daniele Savelli, Giancarlo Governi, Domenico Messina, Franco Pontecorvi, Toni Malco, Claudio Falco, Mario Achilli, Piero Montanari, Carlo Domenico Allegrini, Giuseppe Lorin, Toni Cosenza, Lino Rufo, Ernesto Bassignano, Lamberto Lugli, Massimo Bizzarri, Paolo Frescura, Alfredo Saitto, Elisabetta Ponti, Amelia Conte, Antonella Casco, Lorenzo Casco, Riccardo Casco, Claudio Boccaccini, Stefano Senesi, Alba Vastano, Renzo Pesci, senza dimentica gli amici d’infanzia di Rino, da Louis, che gli insegnò a suonare la chitarra, ai componenti del prima band alla quale si legò: i Krounks.

Il libro, che svela il lato umano inedito del cantautore calabrese, viene pubblicato per festeggiare in anticipo i 40 anni dal Sanremo al quale Rino partecipò con l’indimenticabile “Gianna”.






Accadde Oggi: nel 1952 nasce Teresa De Sio



Oggi, 3 novembre, compie gli anni Teresa De Sio. 
Le facciamo gli auguri con questo articolo di Fabrizio Bordone.

Cantautrice e scrittrice napoletana, Teresa De Sio è sorella della più famosa attrice Giuliana ed è una delle più autorevoli esponenti dell’ambito musicale partenopeo. 
Salita alla ribalta nei primi anni ottanta con due brani che le hanno regalato un’effimera ma non trascurabile celebrità, è tuttora attivissima in varie attività artistiche. La sua carriera inizia insieme ad un altro “fratello meno celebre”, Eugenio Bennato, con il gruppo dei Musicanova, fautori di musica tradizionale napoletana riarrangiata in chiave folk.
 Ha una timbrica vocale acuta e caratteristica che la rende subito riconoscibile e, dopo un paio d’anni di questa iniziale esperienza, culminata con l’album folk “Villanelle Popolaresche Del ‘500”, inizia il percorso solistico pubblicando un lavoro folk dal titolo “Sulla Terra Sulla Luna”, affiancata da valenti musicisti dell’area cittadina. Siamo nel 1980, Teresa De Sio porta avanti caparbiamente il cantato nel proprio dialetto e due anni dopo arriva la popolarità con il disco omonimo “Teresa De Sio” che vende mezzo milione di copie, trascinato dal brano più famoso, “Voglia ‘E Turnà”, pezzo che la vede protagonista al Festivalbar di quell’anno:” Voglia 'e turnà dint'e vicoli e sta città, guarda e ride e te vò tuccà, nun se ferma mai. Voglia 'e verè notte e juorno te fa cantà, chest'è Napule do cafè, nun te può sbaglià”

Ma non solo questo celebre brano traina le vendite, ci pensano anche “Aumm Aumm” e “Pianoforte E Voce” e la De Sio diventa improvvisamente la rivelazione dell’anno. Dopo questa fiammata, i consensi proseguono con il terzo album e con la partecipazione a “Fantastico 4” dove è sua la sigla televisiva finale. Collabora persino con Brian Eno, Fabrizio De André e la Mannoia e porta avanti una raffinata ricerca musicale con rivisitazioni di brani tradizionali napoletani, il tutto con passione certosina. Artista a tutto tondo, ha pubblicato due libri, l’ultimo due anni fa e si è avvicinata ad altre realtà meridionali come la Taranta e la Pizzica pugliese. Vanta il premio cinematografico come miglior Opera Prima alla Mostra di Venezia del 2005 e non si contano le sue iniziative in ambito sociale e teatrale, oltre alla valorizzazione e la conservazione delle tradizioni popolari, coinvolgendo in questo le nuove generazioni. Un’artista che riserva molte sorprese, Teresa De Sio, che merita più di un distratto approfondimento.



giovedì 2 novembre 2017

Wikiradio: i prossimi appuntamenti



Venerdì 3 alle 11:30. 
Il maestro Alberto Manzi: il famoso maestro, pedagogista e scrittore, autore della fortunata trasmissione televisiva "Non è mai troppo tardi" nacque il 3 novembre 1924. (museovirtuale.blogspot.it).

Venerdì 3 alle 23:30.
Giacinta Pezzana.
Attrice teatrale, viene ricordata nell'anniversario della sua morte, avvenuta il 4 novembre 1919 all'età di 78 anni. Nel 1915 interpretò il suo unico film per il cinema: "Teresa Raquin", tratto dal romanzo di Emile Zola, diretto da Nino Martoglio. Giacinta Pezzana aveva già interpretato l'omonima opera teatrale, al fianco di una giovane Eleonora Duse.


Sabato 4 ore 11:30
L'alluvione di Firenze.
Sono passati 51 anni (era il 4 novembre 1966), ma la tragica alluvione di Firenze rimane sempre viva nel ricordo di tutti (http://museovirtualedeldiscoedellospettacolo.blogspot.it/2015/11/4-novembre-1966-alluvione-di-firenze.html)

Sabato 4 ore 23:30 e domenica 5 ore 11:30
Il Monopoli
Preparate i dadi e incrociate le dita! Occhio a non finire su Parco della Vittoria!


Ritorna Zazzarazzaz su Radio Il Discobolo

  Come ogni anno, a Sanremo è andato in scena Zazzarazzaz e ovviamente c'era anche Radio Il Discobolo con Roberto Berlini. Le tre serate...