Nella giornata che celebra le donne, vogliamo ricordare una figura femminile che, con il suo esempio, è di diritto entrata nella storia: Franca Viola, la prima ragazza che rifiutò
il matrimonio riparatore dopo uno stupro.
Franca nacque ad Alcamo nel 1947 e a
15 anni si fidanzò con Filippo
Melodia, giovane
benestante e nipote di un mafioso, che venne però arrestato per appartenenza
mafiosa e furto. Dopo questi avvenimenti Bernardo, il
padre di Viola,
ruppe il fidanzamento della giovane figlia; questa decisione scatenò le ire
della famiglia Melodia, ma
nonostante le minacce e gli attentati al casolare in cui vivevano i Viola, Bernardo non cambiò la sua decisione.
Il 26
dicembre del 1965 Franca fu rapita da Melodia, che la tenne
segregata per 8 giorni e la violentò. Secondo la morale dell’epoca la giovane
Franca, non più vergine, quindi disonorata, “donna svergognata“,
sarebbe stata costretta costretta a rimanere zitella, a meno che non avesse accettato un matrimonio
riparatore con il suo aguzzino; infatti la legislazione dell’epoca prevedeva
l’estinzione del reato di stupro attraverso il matrimonio tra vittima e
carnefice e la violenza sessuale era considerata reato contro la morale e non
contro la persona (e questo cambiò solo nel 1996).
Ma
Franca non lo accettò. Nel corso del processo che seguì l’episodio, la difesa
di Melodia cercò
di screditare la giovane, cercando di bollare il caso come “fuitina“:
invano, perché Melodia venne condannato a 11 anni di carcere: uscito nel 1976,
due anni dopo fu ucciso da ignoti con un colpo di lupara. La vita di Franca, con
il suo aguzzino in carcere, continuò e la giovane sposò un amico d’infanzia.
Il “no” di Franca Viola rappresenta, ancora oggi, il coraggio, la
ribellione di una giovane a una cultura antica e maschilista. Franca Viola è
diventata esempio di libertà e dignità, di riscatto, per tutte le ragazze che,
in quel periodo e negli anni successivi, subirono quello che passò lei e,
grazie al suo gesto, trovarono il coraggio di rifiutare il matrimonio
riparatore e andare avanti a testa alta.
Oggi Franca ha due figli e un nipote e vive ancora ad
Alcamo, la sua città natale. A lei e al suo coraggio, alla sua dignità, al suo
non aver chinato la testa, al suo aver cambiato le cose, dedichiamo oggi la "Festa della donna". Perché le Franca
Viola sono
tante e spesso sconosciute, ma sono -ancora- tanti, troppi i Melodia,
uomini che pensano di poter disporre a loro piacimento di mogli, fidanzate,
amiche e non solo.
(Claudia Bertanza)