Riportiamo qui un articolo che il nostro socio e collaboratore Enzo Giannelli dedicò al sito Il Discobolo. Nei prossimi giorni segnaleremo tanti altri articoli che parlano di noi.
Parte domani il Premio Tenco, quest'anno dedicato al Maestro Francesco Guccini e sul nostro sito, www.ildiscobolo.net, lo seguiremo con delle "finestre" speciali... sarà una sorpresa per tutti voi, continuate a seguirci! Ospite della prima serata del Tenco sarà Roberto Vecchioni: qui di seguito vi proponiamo un bell'articolo su di lui scritto da Fabrizio Bordone, appassionato di musica e redattore del giornale on-line LaSpeziaOggi.
(Omaggio a Guccini: Vecchioni canta "Incontro")
Letteratura in musica: il professor Roberto Vecchioni
Uno dei motivi principali per i quali gli adolescenti
frequentano la scuola malvolentieri è la mancanza di un corpo docente che li
stimoli, li coinvolga, li faccia sentire attori protagonisti della propria
formazione culturale. Fortunatamente, come in tutte le professioni, ci sono
insegnanti che amano il proprio lavoro e che sanno di ricoprire un ruolo
delicato, di grande importanza e responsabilità. Uno di questi èRobertoVecchioni, uomo di grande cultura,
soprattutto classica, cantautore, scrittore, paroliere, poeta ma soprattutto
insegnante, l’insegnante che tutti avrebbero voluto. Nasce inBrianzada
genitori napoletani e lega gran parte della propria vita aMilano. Proprio alla metropoli lombarda è dedicato
uno dei suoi maggiori successi, “Luci a San Siro”. Un brano nostalgico che celebra
mirabilmente il ricordo ed il rimpianto degli anni migliori della propria
giovinezza. Sarà rivalutato solo molti anni dopo, ai tempi passò piuttosto
inosservato.San Siro, per
antonomasia, fa subito venire in mente l’omonimo stadio, tempio del calcio
italiano, ma è anche uno dei quartieri più originali diMilano. Vi si trova una collina, l’unica nella piatta
metropoli e molti non sanno essere artificiale perché formata dalle macerie
accumulate alla fine dell’ultima guerra. Una collina che nelle proprie viscere
nasconde un’anima quindi, frammenti di vita e morte, di storie vissute. In
altri tempi, il giovaneVecchioni,come
molti suoi coetanei, trovava da quelle parti, nella vecchiaFiat 600, momenti di intimità. La sua carriera
musicale è stata inizialmente quella di paroliere, ha scritto brani perOrnella Vanonie molti altri colleghi. Da ricordare
uno dei tormentoni dell’estate del ’71, ossiaDonna FelicitàdeiNuovi Angeli, 45
giri di grande successo. Aldilà di questo pur importante episodio commerciale,
il paroliereVecchionicomincia a farsi notare per le
tematiche storiche utilizzate sia come metafore per descrivere il presente, sia
per parlare occultamente di se stesso. Dopo l’esordio sanremese con la profonda“L’uomo che si gioca il cielo a dadi”, dedicata al
padre, scrive la splendida “Velasquez” dove prende a prestito il grande
navigatore per raccontare quel momento della propria vita: “Ahi Velasquez, com’è duro
questo amore. Mi pesa la notte prima di ricominciare: e tante veglie,
come soglie di un mistero, per arrivare sempre più vicino al vero…” .
La sua versatilità lo porta a scrivere le canzoni dei famosi cartoni animati“Barbapapà”, preludio all’imminente grande
successo diSamarcanda.
Questo brano, doveAngelo Branduardisuona
il violino, segnerà la svolta della sua carriera che da allora diventerà tutta
in discesa. Si tratta di un’allegoria sul destino e sulla morte basata su un racconto
orientale e narra di un soldato che per sfuggire appunto la morte, scappa,
invano, nella città dell’Uzbekistan. Il ritornello orecchiabile resterà un
marchio indelebile ed inconfondibile. Nello stesso album troviamo la poetica ed
intimista “Canzone per Sergio”,
dedicata al fratello notaio, canzone tesa ad un riavvicinamento dopo la morte
del padre. Un altro successo risale al ’78, “Stranamore”, un brano velatamente religioso se lo
si sa interpretare. Una trasposizione in musica e versi dell’evangelica “porgi
l’altra guancia”: “E tu che hai preso in mano il filo del mio treno di
legno, che per essere più grande avevo dato in pegno: e ti ho baciato
sul sorriso per non farti male…”. Un anno dopo, avvenne un episodio che segnò moltoVecchioni, ovvero la carcerazione con l’accusa di
aver offerto uno spinello ad un minorenne durante un’esibizione siciliana allaFesta dell’Unità. Tempo dopo venne assolto con formula
piena ma quei giorni passati in carcere in attesa del rientro del giudice dalle
vacanze gli ispirarono la celebre “Signor Giudice”: “Signor Giudice le stelle sono chiare per chi le puo’ vedere magari
stando al mare…” .Alterna dischi e libri, conduce un
programma suAntenna 3 Lombardia,
emittente privata in auge in quel periodo, si sposa con la scrittriceDaria Colombo. Riconquista la ribalta vincendo il
Festivalbar del ’92 con “Voglio unadonna” e la
vittoria piu’ prestigiosa arriverà quasi vent’anni dopo aSanremocon
“Chiamami ancora amore”.
Del 2002 è un altro dei classici diVecchioni, “Figlio figlio, figlio”nel
quale, in modo accorato, parla del ruolo paterno e di come i figli debbano
rendersi autonomi rispetto alla famiglia. Si diceva della vittoria aSanremocon“Chiamami ancora amore”
che probabilmente non era il brano migliore in assoluto di quell’edizione, ma
se vogliamo interpretarlo alla stregua di un premio alla carriera, ci sta tutto
ed è meritatissimo. La sua vittoria piu’ grande di sempre, tuttavia, è
stata l’aver sconfitto un tumore al rene dopo aver subito anche un infarto. Il
paroliere, poeta-cantautoreRoberto Vecchioninon ha
mai voluto trascurare la sua vera “missione” nella vita. Ha insegnato presso importanti
Università, tenuto corsi importanti e prestigiosi sia nell’ambito della
comunicazione che nel proprio “habitat” più congeniale, ossia le materie classiche,
italiano, greco e latino. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti, oltre al titolo
diUfficiale della Repubblica, la sua nomination alPremio Nobel per la Letteraturanel 2013.
IlProfessorRoberto Vecchioni,un
esempio per tutti ed il miglior rappresentante dell’arte di insegnare. Una vita
spesa ad insegnare la vita (Link all'articolo originale: www.laspeziaoggi.it)