Vi proponiamo un articolo di Enzo Giannelli, critico musicale e collaboratore di RadioIlDiscobolo, su Nilla Pizzi e la canzone "Luna Caprese". L'articolo è uscito sulla rivista "Sì" del dicembre 2013.
Scolpiti su una lastra di marmo affissa sul muraglione che
costeggia la banchina del porto, i preziosi versi della splendida Luna
caprese salutano i visitatori di Capri appena sbarcati sull'isola.
Scritta nell'ottobre del 1952 dal napoletano Augusto Cesareo
(classe 1925), poeta di rara delicatezza, apprezzato giornalista e brillante
cronista mondano (che morirà suicida nel 1961), la canzone venne musicata nella
primavera del 1953 da Luigi Ricciardi (anche lui nato a Napoli nel 1925), ex
bambino-prodigio che, appena dodicenne, era già pianista nella famosa orchestra
del padre Vincenzo.
Dotata di una elegante e raffinata melodia a tempo di
beguine, la cui ariosità ricorda molto da vicino l'atmosfera e le intenzioni
della serenata, Luna caprese si apre con un canto a fronna,
mescolando con grande abilità sospiri d'amore e velati echi turistici,
ravvisabili in quell'iniziale pennellata altamente poetica, quando compaiono le
stelle a prima sera, mentre la luna illumina Tragara, che si rispecchia nel
mare, e fascia d'argento i faraglioni.
“QUELLA VOLTA, CON IL MAESTRO GANGI ALLA CHITARRA.
CHE INCISIONE!”
Nilla, una voce e “solo” una chitarra
Lanciata nell'estate del 1953, sotto il cielo stellato di
Anacapri, da una Nilla Pizzi in stato di grazia, che ricevette ben otto
richieste di bis da un pubblico osannante, la canzone divenne famosa in tutto
il mondo e conobbe poi una seconda giovinezza al principio degli Anni Sessanta,
grazie alla rivisitazione di Peppino Di Capri e dell'americana Connie Francis.
Rientrata a Torino, Nilla registrò Luna Caprese con il
solo accompagnamento della chitarra
di Mario Gangi.
Ma i rapporti della cantante si erano ormai guastati, sia con
la casa discografica Cetra (che l'artista stava lasciando per passare alla
Rca), sia con il maestro Angelini (con il quale la Pizzi non cantava più, tanto
che, nei suoi ultimi dischi per l'etichetta torinese, è accompagnata dal
complesso di Franco Riva).E il nastro con l'incisione di Luna caprese
venne quindi ignorato, finendo poi nel dimenticatoio.
Il ritorno a Capri, sempre con la Luna
Alla fine dell'estate del 1955 – ormai bionda, magrissima, in
procinto di partire per la sua prima tournée americana – Nilla tornò a Capri,
invitata a partecipare al Premio Capri, che vinse
lanciando Suspiranno mon amour (altra canzone di
Augusto Cesareo, questa volta su musica di Ettore Lombardi), e si fermò poi a
Napoli per prendere parte alla Piedigrotta Cioffi, dove tenne a battesimo con
grande successo Sole giallo.
Una sera, invitata a uno spettacolo ai Campi Flegrei, Nilla
si presentò al pubblico in un abito di Sangallo celeste con fascia di raso
azzurro in vita, riproponendo Luna caprese.
E fu di nuovo trionfo.
Soltanto allora la Rca pensò di rilevare dalla Cetra il
famoso nastro dimenticato e realizzò il 78 giri (Rca A25V 0253) di Luna
caprese. Poco dopo la canzone venne messa sul mercato anche nella versione
a 45 giri, conoscendo in breve tempo un successo universale.
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