martedì 16 febbraio 2016

Le "Piccole Meraviglie" di Casa Columbia

 I dischi Columbia della serie "Piccola meraviglia" furono più che altro un fenomeno di estrema curiosità nei confronti del primo inserimento del "disco fonografico" nella vita quotidiana degli italiani. Essi vennero introdotti in commercio verso la fine degli anni venti e già dal 1930 di loro si trova traccia negli antichi cataloghi Columbia.



Si distinguevano dagli altri settantotto giri per le loro minute dimensioni, appena 15 cm di diametro (meno del loro pronipote 45 giri)... e dunque per la loro estrema maneggevolezza, che andava ovviamente tutta a discapito della qualità della registrazione, oltre che del minutaggio dell'incisione che raramente riusciva a superare i due minuti.
Minuto e quindi estremamente economico anche il loro prezzo : 6 Lire invece delle 25- 30 richieste per un normale 78 giri che potevano diventare anche 42 per i pesantissimi dischi da 30 cm destinati alla classica e alla operistica.

Tuttavia per questa serie, inizialmente estesa a tutti i generi musicali , lirica compresa, e in seguito quasi totalmente dedicata al pubblico dell'infanzia, si trovarono a incidere autentici "divi" del momento quali Crivel e il comico fantasista Paolo Bernard.
Nel 1932 li troviamo copiosamente in catalogo,anche se nelle pagine finali di esso, presentati come autentici gioiellini tecnologici, contraddistinti dalla serie P.M. iniziali appunto del nome loro assegnato.

Facile confonderli per i profani con un altro formato economico adottato in quegli anni un po' da tutte le etichette discografiche, ovvero il 78 giri da venti centimetri, in pratica un po' più contenuti rispetto al tradizionale 25 cm storicamente deputato per le registrazioni inerenti la musica leggera, visto che per la classica e la lirica problemi di minutaggio imponevano quasi sempre i cosiddetti "padelloni" da 30 cm, che proprio grazie alle loro enormi dimensioni riuscivano , anche se spesso con non poche difficoltà a contenere porzioni consistenti delle più note romanze liriche, al fine di riuscire in un album di spesso una decina di dischi poter registrare una intera opera lirica.

I dischi Piccola Meraviglia, copiati in seguito anche da altre etichette discografiche, tra cui la Odeon, ebbero tuttavia vita breve. 
La Columbia ne produsse infatti meno di duecento cosicché l'ultimo numero riscontrabile in catalogo è il PM 195 contenente "È nato il Redentore" eseguita dal Coro dei ragazzi di Via Adua. 
Tra le canzoni destinate al pubblico adulto, invece, con numero di codice PM 188 figura "Faccetta nera" eseguita dall'Orchestra e Coro diretti dal M°.Ferruzzi, che dunque dovevano trovare posto in quegli anni nella discoteca di tutti gli italiani, anche quelli che non se la potevano permettere in edizione estesa e si dovevano accontentare di comprarsela per sole 5 lire in versione accorciata, anzi meglio sarebbe dire... appena accennata visto il ridotto minutaggio a disposizione.

Probabilmente è questo l'ultimo disco stampato in casa Columbia con questo singolare formato.

Del resto molti dei dischetti in catalogo erano frutto di incisioni realizzate all'inizio di questo curiosissimo esperimento discografico e commerciale....visto che si preferì abbandonare il loro utilizzo per registravi canzonette o ballabili di successo e usarli per piccole registrazioni destinate alla prima infanzia con incisioni di imitazioni di animali e brevi filastrocche.

I dischi Piccola Meraviglia figuravano ancora in Catalogo, anche se senza nessun aggiornamento, nel 1939 quando il loro prezzo era addirittura sceso a 5 Lire contro le 25 occorrenti allora per portarsi a casa un 78 giri normale con i successi del momento cantati per esempio da Carlo Buti.

I singolari dischetti, di fatto autentici antenati del 45 giri scompariranno dai cataloghi Columbia subito dopo la guerra e rappresentano oggi una autentica "piccola rarità" discografica molto ambita dai collezionisti del settore.

Purtroppo i mezzi tecnici per la riproduzione discografica, decisamente mutati rispetto a quell'epoca , causano più di qualche problema. Infatti grande velocità  rispetto alla piccola circonferenza, unita alla enorme differenza di peso del pick up di oggi rispetto ad un tempo, fanno si che l'aderenza della puntina sul solco risulti cosa alquanto difficoltosa, senza l'uso di attrezzature di grande precisione e dunque spesso il loro ascolto risulti molto problematico ai più...

(Massimo Baldino)



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