(Spezia, bombardamento del 5 giugno)
L'Italia del 1938 è una nazione in attesa della Guerra, in cui le canzoni vengono aggiustate perché non sembrino troppo americane, in cui la radio diffonde i proclami del Duce.
Così inizia "Il salotto della Lia", di Lucio Caratozzolo, edito da Marco Del Bucchia.
La protagonista del libro è Lucia, un'adolescente che vive in una città di provincia (La Spezia). Ha 17 anni, quasi 18, ed è infelice: la famiglia le ha impedito di continuare gli studi, nonostante sia molto intelligente, perché all'epoca le donne dovevano solo stare a casa, imparare a cucinare e aspettare di sposarsi per mettere al mondo dei figli. In famiglia ha studiato il fratello, diventato un fervente fascista nonostante i fascisti gli abbiano ucciso il padre. L'unico svago per Lucia è passare del tempo con Lia, l'amica che abita di fronte, un po' più grande e molto più disinibita di lei. Lia (anzi, "la Lia") è orfana di madre e il padre è assente, sempre in viaggio.
La Lia ha i soldi, beve, fuma e frequenta gli uomini, ma senza innamorarsene. Lucia è timida e vessata da una madre autoritaria; le due amiche sembrano tanto diverse tra loro, ma in le accomuna la poca voglia di sottostare alle regole dell'epoca che le vorrebbe casalinghe, mogli e madri.
Ed è grazie alla Lia che Lucia, da timida adolescente diventa una donna sicura di sé e con le idee chiare, che si rimette a studiare per diventare insegnante.
Mentre Lia scivola lentamente nell'autodistruzione, tra sigarette e alcool, incapace di amare fino in fondo e facendo naufragare la sua storia d'amore clandestina con la protagonista, Lucia affronta coraggiosamente le sfide della vita.
Sullo sfondo, implacabile, la Seconda Guerra Mondiale con i bombardamenti, le fughe nei rifugi, i viaggi per raggiungere un luogo sicuro, le leggi razziali, la mancanza di cibo, i morti e la paura di non farcela, le lacrime e le preghiere, ma anche la bellezza di piccole fughe in spiaggia, il mare osservato dall'alto, sprazzi di azzurro nel grigio della realtà quotidiana.
"Il salotto della Lia", dello scrittore spezzino Lucio Caratozzolo è un libro che fa sorridere ed emozionare, che racconta non solo la guerra e le sue assurde violenze, ma anche la libertà, il riscatto attraverso la cultura, l'importanza di non scendere a compromessi. Lucia resta fedele a se stessa, sfida la propria famiglia e le convenzioni dell'epoca, realizzando i suoi sogni dopo aver incontrato l'amore, la cattiveria e la morte, ma anche la generosità umana e la poesia.
(Recensione di Claudia Bertanza)