I Bücherverbrennungen (in italiano, roghi di libri) erano grandi falò organizzati dai Nazisti per eliminare tutti quei libri che non erano conformi all'ideologia dell'epoca.
Il più grande si tenne a Berlino il 10 maggio 1933: quello stesso giorno il gerarca nazista Joseph Goebbels tenne anche un discorso, affermando che i roghi erano un ottimo modo "per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato".
Il rogo era organizzato da studenti e vennero dati alle fiamme più di 25.000 libri: così iniziò, di fatto, la censura di Stato.
Dei Bücherverbrennungen si parla nel romanzo "Storia di una ladra di libri"; (qui la recensione) in quel caso, la piccola protagonista riesce a sottrarre un libro dal fuoco.
« Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse. Con la punta di ottone del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non si sa quale direttore d'orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia ».
Queste sono parole tratte dal romanzo "Fahrenheit 451", il romanzo del 1953 di Ray Bradbury ambientato in un futuro non precisato, in cui possedere libri è un reato e i pompieri anziché spegnere gli incendi, li appiccano.
Del "rogo di libri" di Berlino parlerà la puntata di mercoledì 10 maggio di Wikiradio Oggi.
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