Domani, sabato 12 dicembre, ricorre il 46° anniversario della strage di Piazza Fontana. Lo ricorderà WikiradioOggi in onda alle 11:30 su www.ildiscobolo.net, http://178.32.137.180:8555/stream.
(Foto di Pietro Montesacro)
Il 12 dicembre del 1969 alle ore 16:37, nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, scoppiò un ordigno contenente 7 chili e mezzo di tritolo. L'esplosione uccise 16 persone (di cui 13 sul colpo) e ne ferì altre 87.
La strage di Piazza Fontana, considerata "la madre di tutte le stragi" fu attribuita prima agli anarchici: a questo proposito si ricorda il partigiano Giuseppe Pinelli, che fu portato in Questura e la sera del 15 dicembre morì, cadendo da una finestra. Ufficialmente, la sua morte venne fatta passare per suicidio, dovuto alla colpevolezza, ma in seguito il suo alibi venne ritenuto plausibile e oggi, per l'anarchico ingiustamente accusato, si parla di omicidio.
In seguito alla sua morte, il commissario Luigi Calabresi fu al centro di una dura campagna di stampa, con l'accusa di essere il responsabile della morte di Pinelli, sebbene al momento del fatto non fosse presente nella stanza. Calabresi, isolato e delegittimato, venne infine ucciso nel 1972.
Esclusa la pista anarchica, la strage venne attribuita ai neo-fascisti, avallando la teoria della strategia della tensione, ossia un disegno razionale seguito appositamente per creare panico nella popolazione.
Tra processi, ricorsi e annullamenti di pena, si arriva al 2005, quando la Cassazione ha attribuito la strage alla cellula eversiva Ordine Nuovo di Franco Freda e Giovanni Ventura, non più processabili perché assolti con sentenza definitiva 27 anni prima. Sempre nel 2005, ai parenti delle vittime sono state addebitate le spese processuali.
Nella canzone "La storia siamo noi" Francesco de Gregori fa un accenno all'avvenimento, nel verso "W l'Italia, del 12 dicembre...".
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