giovedì 4 ottobre 2018

Intervista al cantautore Mirko Colombari



Mirko Colombari: quarantenne, musicista e cantautore, ha partecipato a importanti manifestazioni come il "Premio Bertoli" e il "Premio Bertoli". Lo abbiamo incontrato in occasione di una serata a La Spezia. Questa è l'intervista.

Mirko, quali sono stati i tuoi esordi?
Ho iniziato per passione da bambino, ero molto piccolo e poi i miei genitori hanno deciso di iscrivermi al Conservatorio, dove ho studiato come chitarrista per alcuni anni. In seguito ho seguito un corso di chitarra rock e ho deciso, intorno ai 17 anni, di dedicarmi al cantautorato. All'inizio scrivevo da solo in camera, poi ho prodotto vari brani, singoli e tre album come chitarrista e cantautore.

Parlaci dei tuoi album.
Il primo si intitola “Mirko Colombari” ed è molto disordinato, dentro c'ho messo tutto quello che mi passava per la testa, in ogni forma.
Il secondo si intitola “C219” ed è stato interamente prodotto nell'Appennino Tosco-Emiliano, con musicisti locali. È un disco “artigianale”, che mescola diversi generi musicali (il pop, rock, il funky...) e con una grande attenzione alle chitarre. Il terzo, che è considerato l'esordio nei professionisti, s'intitola “BOC”. Per registrarlo mi sono avvalso di professionisti della musica italiana, è un album che è andato al Premio Bertoli, al Premio Daolio, ne ha parlato Musicultura.

Dopo tre album hai cambiato modo di lavorare. Ci racconti come?
Sì, ho deciso di produrre dei singoli con l'obiettivo che avessero sonorità meno “di nicchia” rispetto agli album. È arrivato “Amsterdam”, il primo singolo per la radio, che ha avuto grande successo, poi ho prodotto “Statale 63” e “Il paese del sole”. Di tutti e tre c'è anche il video, che è su You Tube. Nei video abbiamo cercato di riprodurre il contenuto del brano non solo con le parole, ma anche con le immagini.

Per te è importante il contatto col pubblico, canti spesso dal vivo?
Non faccio moltissime date. Suono con professionisti e cerco, nelle mie esibizioni, di concentrarmi sui miei brani. Ho anche un passato da interprete e suono anche alcuni di questi pezzi, ma al centro c'è sempre la mia musica. Tra i musicisti con cui mi esibisco c'è Stefano Barbieri, che è di Parma. Sono tanti anni che suoniamo assieme e facciamo molti set acustici, perché io sono un chitarrista acustico e il testo ha molta importanza.



A proposito di testi. Di cosa parli nelle tue canzoni?
Non ho uno stile particolare, diciamo che quello che accomuna tutti i miei testi è che parto sempre da un fatto autobiografico, che rielaboro in modo che possa diventare un'esperienza comprensibile a tutti.

Quando è uscito il tuo ultimo lavoro?
Il mio ultimo lavoro, che è un singolo, è uscito quest'estate, ad agosto. Si intitola “Il paese del sole” e il video è stato girato nel Golfo dei Poeti in collaborazione con La Spezia Film Festival. Il video ha la regia di Daniele Ceccarini ed è stato prodotto da Paola Settimini. Questo brano sottolinea le cose positive di questo paese, perché io, che giro l'Europa di continuo (la mia famiglia vive in Olanda), sento sempre parlar male dell'Italia, abbiamo intorno una grande negatività, quindi ho voluto mettere in luce le cose belle di questo Paese. Questa decisione è arrivata dopo anni in cui anch'io pensavo che tutto fosse negativo, che andasse male ogni cosa e ora ho cambiato punto di vista. Voglio portare ovunque vada le cose belle.

Hai detto prima che parte della tua famiglia vive in Olanda, anche lì svolgi la tua attività di musicista?
La mia fidanzata vive in Olanda, nostro figlio è nato lì e per questo ho scritto “Amsterdam”, proprio per celebrare questo connubio tra i due Paesi. In Olanda ho fatto delle date, ho diffuso un po' la mia musica, ma ovviamente non è così facile introdursi in quella realtà, anche perché io canto principalmente in italiano. Sì, ho cantato alcuni brani in inglese, ma l'italiano prevale.

Come hai già detto, la tua musica è al centro delle tue serate, ma canti anche brani altrui. Quali? Hai un artista di riferimento?
Sì, faccio cover, ma mi piace reinterpretare i brani, a darne una mia visione. Sono pochi brani, che eseguo sempre, da “Piccola stella senza cielo” di Ligabue a “I giardini di marzo” di Battisti. Non ho un preciso artista di riferimento, anche se da emiliano apprezzo Ligabue, Vasco e Zucchero. Ho dei brani che mi piacciono, di stili e artisti diversi, e interpreto quelli.



Hai un album in programma?

Ho dei brani nuovi, ma non so se diventeranno un album, perché ora come ora il mondo della musica sta cambiando, non chiede album, ma altre forme, come i video, o le serate dal vivo. La gente chiede questo, vuole vedere.   

(Claudia Bertanza)

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