venerdì 30 marzo 2018

Recensione: "Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra", di Roald Dahl.


Mister William Buggage e Miss Muriel Tottle gestiscono una libreria nel centro di Londra. Il negozio vende libri rari, ma è un negozio un po' strano. I clienti, infatti, entrano e girano liberamente tra gli scaffali... poi per pagare (se pagano...) devono entrare in un piccolo ufficio.
Mister Buggage non risponde né ai saluti né ad altro: a prendere i soldi e scambiare quelle poche parole con il pubblico è Miss Tottle. I due lavorano  incessantemente ad altro: scrivono, leggono fogli, si confrontano tra loro. 
E e qualcuno ruba?
Beh, pazienza, perché i guadagni di Mr Buggage non vengono dalla libreria: non è dalla vendita di quei tomi rari che vengono i soldi dei conti correnti che il proprietario della libreria e della sua assistente hanno aperto in diverse banche e che permettono loro di viaggiare nei più famosi e costosi alberghi di tutto il mondo.

I due sono complici in una truffa apparentemente geniale, ma...

"Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra" è un delizioso racconto di poche pagine, che si legge tutto d'un fiato. Qual è la truffa che hanno architettato i due? E funzionerà per sempre?

Da leggere: è un piccolo capolavoro. 

Roald Dahl (1916-1990), gallese di origini norvegesi, è famoso soprattutto come scrittore per ragazzi (tra le sue opere, ricordiamo "La fabbrica di cioccolato" e "GGG Il grande gigante gentile"), ma ha scritto anche libri destinati al pubblico adulto e "Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra" ne è un esempio.

(Claudia Bertanza)

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