L'astrofisico britannico Stephen Hawking è morto a Cambridge: era nato a Oxford nel 1942 e a 21 anni, quando ancora studiava all'Università, cominciarono a manifestarsi in lui i primi sintomi di una malattia del motoneurone (probabilmente la SLA) che nel giro di qualche anno lo portò a vivere su una sedia a rotelle. I medici dissero che ad Hawking rimanevano due anni di vita. Lui continuò a studiare e in seguito a lavorare.
Si è sposato con Jane Wilde, dalla quale ha avuto tre figli. Il matrimonio è durato 30 anni; all'inizio i rapporti tra i due ex coniugi sono stati tesi, ma col tempo si erano aggiustati.
Jane ha pubblicato "Verso l'infinito", biografia dell'ex marito in cui racconta la vita di Stephen prima e dopo la malattia, il matrimonio e i figli, il lavoro e le difficoltà di vivere con una disabilità così forte.
Nel 1985 Hawking, colpito da polmonite, venne sottoposto a tracheotomia. I medici lo misero in coma farmacologico e dissero alla moglie che sarebbe stato meglio staccare le macchine, perché il fisico dell'uomo era già debilitato da 20 anni di malattia; Jane però si oppose. Hawking perse la capacità di parlare, ma attraverso un sintetizzatore vocale non ha mai smesso di comunicare col mondo.
"Verso l'infinito" è diventato un film, "La teoria del tutto", uscito nel 2014, diretto da James Marsh e interpretato da Eddie Redmayne che, nei panni di Hawking, ha vinto il Premio Oscar come miglior attore protagonista.
Stephen Hawking alla Nasa, a gravità zero: www.lastampa.it
La sua morte ha suscitato grande cordoglio: non è stato solo un grande scienziato, un vero e proprio genio (anche se non è stato premiato con il Nobel), ma anche un esempio e un modello per non essersi lasciato abbattere dalla malattia.
(Claudia Bertanza)
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