domenica 26 marzo 2017

Incontro con Cristiano Angelini



Ho da poco incontrato Cristiano Angelini, cantautore spezzino, vincitore del Premio Tenco 2011 (migliore opera prima).

Angelini vive ormai da anni a Genova, ma si sente ancora profondamente spezzino e nella sua città di nascita torna spesso, anche perché il padre, Giorgio, ha un ristorante a Fezzano, un locale a due passi dal mare che Cristiano, assieme alla collega e compagna Chiara Jerì, vuole trasformare in un vero e proprio punto d'incontro musicale, dove mangiare e ascoltare concerti. 

Cristiano Angelini ci ha parlato del suo ultimo lavoro, "Colui che si cerca nel legno", album che è ancora in registrazione, ma che il cantautore sta già presentando in vari concerti. Ci racconta anche il perché del titolo "curioso": "Colui che si cerca nel legno è una sorta di traduzione del mio nome letto al contrario, inilenga onaitsirc, un gioco di parole. Dà il titolo all'unica canzone realmente autobiografica dell'album"

Anche il precedente album, "L'ombra della mosca", era nato on the road, anzi, sul palco, prima di essere inciso. "Così", racconta Cristiano, "si crea già il legame con in musicisti". Una volta inciso, il disco fu mandato alle selezioni del Premio Tenco. "Non ci credevo, quando mi annunciarono che ero tra i finalisti. E, quando ho saputo della vittoria, sono stato zitto per un bel po', al telefono, finché dall'altra parte non mi hanno chiesto se fossi felice. Ero senza parole". 
E la serata finale, chiediamo, come è andata? "Benissimo, ho cantato senza quasi rendermi conto di cosa stesse succedendo, senza paura, solo con l'emozione del momento. L'agitazione, quella vera, è venuta dopo. Ho iniziato a tremare, rendendomi conto solo in quel momento di cosa fosse successo".



"E a Sanremo andresti?" chiedo. 
"Con una canzone mia, sì. Ma le mie non le vogliono" ride "non scriverei mai una canzone solo per il Festival, uno di quei brani sanremesi che non mi rappresentano. Non è il mio obiettivo, l'Ariston, ma non per snobismo. Penso che una volta fosse veramente il festival della canzone, poi è diventato quello dei cantanti, ma ora è solo quello dei conduttori. Comunque se volessero una mia canzone, ci andrei."

Angelini non è solo cantautore, ma anche interprete di altri autori. Gli chiediamo se ce n'è uno che preferisce, a cui si sente più legato. "Fabrizio de André è il mio mito, il numero uno. Inarrivabile, perfetto, non sbagliava una canzone. Più nelle mie corde, però, c'è Ivano Fossati: bravo, non perfetto. Aveva altissimi e non dico bassi, ma un po' meno alti. E poi c'è il mio concittadino, Franco Fanigliulo, di cui ho inciso "La libertè" e a cui sono legatissimo". Un cantautore troppo spesso dimenticato o sottovalutato.



Cristiano spende parole d'elogio anche per molti colleghi, a differenza di molti cantautori che affermano di "non ascoltare nessuno". Ne nomina uno, in particolare: il genovese Max Manfredi. "Non dico nulla di nuovo, se dico che è bravo. Lo disse anche Faber, che era il più bravo di tutti". 

Un'ultima domanda, sul nuovo album di Chiara Jerì, "Storie di Nanda", a cui lui ha partecipato. "Partecipo con un brano mio e poi con alcune musiche: è un album che mi piace molto e che vedo nascere giorno per giorno"

(Claudia Bertanza)

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