Nasceva nel 1953, a San Giorgio a Cremano, l'attore e regista Massimo Troisi, ucciso da un infarto nel 1994, poche ore dopo aver finito di girare "Il Postino" e prima di sottoporsi a quel trapianto di cuore, rimandato proprio per il film e che forse gli avrebbe salvato la vita.
Leggerezza, ironia e una recitazione garbata, mai sopra le righe, con quella parlata difficilmente comprensibile, soprattutto agli esordi, hanno contraddistinto la carriera di Troisi, dalla "Smorfia" al cinema, stroncata troppo presto da una malattia che lo accompagnò tutta la vita.
Il suo ultimo film, "Il Postino", di cui non curò la regia, è tratto dal quasi omonimo libro di Antonio Skarmeta, ma del romanzo mantiene solo la storia del soggiorno di Pablo Neruda in Italia. Il film mostra un Troisi intenso e segnato dalla malattia: girava poche scene al giorno e l'attore francese Philippe Noiret (Pablo Neruda) dichiarò che, nelle scene in cui duettavano, in realtà l'attore napoletano non era mai presente. La malattia lo consumava ogni giorno di più, ma Troisi volle fortemente quel film, che ebbe un successo mondiale e fu candidato agli Oscar: ricevette ben 5 nomination, ma vinse solo solo quello per la colonna sonora, scritta da Luis Bacalov.
Lo ricordiamo così, con l'inizio e la fine della sua carriera.
La Smorfia: La fine del mondo
Il Postino: Mario registra i suoni dell'isola per Pablo Neruda
Nessun commento:
Posta un commento