mercoledì 27 gennaio 2016

"Ascolta la sua voce, che ormai canta nel vento..." nel 1967 il suicidio di Tenco



Il 27 gennaio del 1967 veniva ritrovato il corpo senza vita di Luigi Tenco. Il biglietto lasciato nella stanza d'albergo di Sanremo in cui alloggiava il giovane cantautore, che partecipava al Festival assieme alla sua compagna, la cantante francese Dalida, fece da subito propendere per l'ipotesi del suicidio con un colpo di pistola. La canzone presentata dalla coppia, "Ciao amore ciao" era stata esclusa dalla giuria e la delusione avrebbe spinto Tenco a uccidersi.
L'ipotesi contraria, e cioè che il giovane sia stato ucciso, non è mai stata dimostrata.


« Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi. »



All'amico Tenco il cantautore genovese Fabrizio De André dedicò "Preghiera in gennaio", ispirata a una poesia di Francis Jammes. Il brano racconta di un Dio misericordioso, che accoglie tra le sue braccia anche i suicidi. Per la Chiesa cattolica il suicidio è un peccato mortale e fino ai primi anni '60 non concedeva funerali religiosi a chi si toglieva la vita. 




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